I PRIMI DIAMANTI DI GOULD “INO” IN ITALIA
Fin dalla scorsa primavera il mio amico Alessandro Paparella mi invitava insistentemente per vedere due coppie di Gould che aveva ritirati dal Belgio. Una coppia di Lutini, per la precisione il maschio portatore, e l’altra di Albini, assortita come la precedente. Nella trascorsa stagione non hanno deposto ed i maschi durante la muta sono deceduti entrambi.
All’inizio di questo mese mi sono recato in provincia di Salerno dove risiede Sandro che, oltre ad essere un caro amico, è un esperto allevatore, giudice internazionale I.E.I. e ricopre da qualche anno la carica di Segretario nel Consiglio della “O.M.J.” (Ordine Mondiale dei Giudici, in seno alla C.O.M. Confederazione Ornitologica Mondiale).
Sono stati due giorni piacevolissimi nei quali ho goduto la squisita ospitalità di Sandro, ma anche la possibilità di discutere ampiamente sui più vari argomenti attinenti la nostra passione, con una persona di così elevata preparazione ed esperienza.
Sono stato a visitare l’allevamento, dove ho potuto ammirare, fra l’altro, alcune belle coppie di Gould, di Diamanti Codalunga, un maschio di Coloria, una coppia di Diamanti Fetonte, Cardinalini del Venezuela, Lucherini Testanera e relativi ibridi con Canarina. Ma come ovvio la mia attenzione si è concentrata sulle nuove mutazioni dei Diamanti di Gould, per la precisione le due femmine superstiti.
Sandro è in contatto con un allevatore spagnolo – Eladio Rubio Martin – il primo ad iniziare in Spagna da un paio di anni l’allevamento del Gould nella mutazione “INO”. La sua passione lo spinge a studiare i suoi meccanismi genetici ed ha scritto al riguardo numerosi articoli, fra i quali quello che il mio amico mi ha fornito in fotocopia. Gli ha inviato anche un CD con foto di soggetti Lutino del suo allevamento. Il Signor Eladio, persona gentilissima e disponibile, ha autorizzato la pubblicazione sul mio sito delle sue foto, di ottima qualità, che rendono molto meglio di quelle mie le peculiarità delle mutazioni. All’allevatore spagnolo vanno i miei più sentiti ringraziamenti e complimenti per l’interessante attività intrapresa.
Sandro, che a breve si recherà in Spagna come membro della commissione di esame per giudici internazionali, si incontrerà con il Sig. Eladio, dal quale acquisterà i due maschi necessari a ricostituire le sue coppie.
La mutazione Lutino del Diamante di Gould sembra che sia apparsa fin dagli anni cinquanta, la prima volta in Australia successivamente anche in Europa, senza peraltro che si riuscisse a fissarla. Solo nel 1980 in Belgio il tentativo ha avuto fortuna. Iniziava così la sua diffusione, piuttosto limitata, in altri paesi. Rimane comunque il Belgio il paese dove è più presente, mentre negli Stati Uniti si è iniziato ad allevarli solo nel 2002, in Spagna il Sig. Eladio da un paio di anni ed in Italia il primo allevatore ad entrare in possesso di due coppie è stato, come abbiamo già detto, Sandro Paparella.
La mutazione “INO” agisce inibendo totalmente le feomelanine e le eumelanine nere, senza incidere su quelle brune. Presente in diverse specie di uccelli, comunemente allevati, come gli Agapornis, numerosi estrididi, verdoni e cardellini, tanto per citarne alcune, l’effetto fenotipico che ne risulta è diverso da specie a specie per la differente quantità di melanina bruna presente.
Nel nostro estrildide Lutino il residuo di eu bruna consente di conservare quelle tracce del disegno e dei colori che possiamo ammirate in tutto il loro splendore solo nell’Ancestrale. Nella testa è presente una sfumatura grigiastro chiaro, che ci indica che gli esemplari fotografati sono geneticamente a testa nera; il residuo eumelanico, combinato all’effetto rifrattivo del piumaggio, permette di conservare i lievi riflessi azzurri del collarino e del codione. I meno esperti potrebbero confonderli con dei Pastello doppio fattore, ma gli occhi rossi indicano inequivocabilmente la presenza del gene mutante Lutino.
Le due mutazioni hanno meccanismi differenti di azione: la Pastello è una mutazione semidominante, mentre la Lutino è recessiva; in comune hanno solo la caratteristica di essere entrambi sessolegate. Per l’assenza del fattore semidominante il portatore del fattore “Lutino” si presenta come un Ancestrale, anche nel colore degli occhi, non individuabile quindi fenotipicamente.
In combinazione con la mutazione Pastello si otterranno, in un primo tempo, Pastello singolo fattore lutino, più diluito del Pastello S.F., successivamente il Pastello doppio fattore lutino, ancora più diluito del precedente, ben distinguibili peraltro per il colore rosso degli occhi. Combinando alle precedenti il “Blu”, che elimina anche i lipocromi, otterremo il Diamante di Gould Albino, esemplare "bianco" ad occhi rossi.
Ancora non è stato pubblicato, dagli organi ufficiali competenti lo standard ed i criteri di selezione, ma gli allevatori sono orientati giustamente a seguire il criterio delle altre specie “INO”, dove si cerca di mantenere al massimo possibile il lieve disegno melanico, penalizzando gli esemplari troppo diluiti.
Attraverso questa breve carrellata spero di avere soddisfatto la curiosità dei lettori su queste ultime mutazioni introdotte in Italia, precisando peraltro che non sono particolarmente affascinato da quelle che determinano un fenotipo eccessivamente “diluito”: la mia preferenza per questi soggetti si ferma al Blu pastello petto bianco singolo fattore, dove l’azzurro chiaro, ancora presente a sufficienza, attribuisce all’uccellino che ammiriamo una sobria e delicata colorazione.
Riferisco inoltre l’osservazione di Luciano Di Biase, altro ottimo allevatore di Diamanti di Gould da lungo tempo, presente all’incontro fra me e Sandro. Nel visionare le foto di Eladio, ricordava di avere riscontrato fra i numerosi pulli ottenuti da coppie Pastello petto bianco, alcuni dagli occhi e dai segni buccali bianchicci, come quelli dell’immagine. Si trattava sempre di esemplari piccoli e gracili che dopo i primi giorni di vita morivano. Ha avanzato l’ipotesi che potesse trattarsi di esemplari affetti da mutazione “INO”, che se individuati come tali e curati opportunamente, avrebbero potuto costituire il primo ceppo italiano di questa mutazione.
Riporto quanto sopra con le riserve del caso, con il semplice intento di richiamare l’attenzione degli allevatori sull’opportunità di osservare sempre bene i nidiacei, per individuare tempestivamente qualche segno particolare, che potrebbe far pensare ad una nuova mutazione.
Per concludere riporto un brano del citato articolo di Eladio Rubio Martin, che contraddice l’opinione corrente fra gli allevatori: “…secondo la mia esperienza, questi Gould Lutini, essendo sani e ben acclimatati, sono uccelli che non richiedono nessun tipo di attenzione e sono tanto forti e vivaci come i loro compagni ancestrali. I miei hanno superato la muta perfino meglio e più rapidamente degli altri.”
18 settembre 2007 (aggiornamento 09/021/2015) Eduardo Corsini
Fonte: Eladio Rubio Martin – Diamante de Gould Lutino – Juez de Exoticòs