DIAMANTE
DI GOULD “TESTA BLU” - Nuova mutazione??
L’amico cubano Juan Farrat, ci ha informato che nel suo
aviario erano nati dei Gould che presentavano un fenotipo insolito, che
lasciava sperare nell’apparizione di una mutazione inedita.
Sintetizzo di
seguito la corrispondenza via Internet inviatami con le foto dall’allevatore
cubano.
“Nel
1998 si è svolto a Cuba il Campionato del Mondo dell'Emisfero Meridionale
al quale hanno partecipato diversi spagnoli tra i qualli "Ramón Ruiz
Cueva", Fu con lui che scambiai alcuni uccelli dai quali ottenni una
femmina Albina; successivamente anche i Lutini. (Al riguardo cliccare per leggere il l’articolo sulla mutazione
Lutino pubblicato precedentemente).
Nel
2009 nacque dall’unione di un Pastello SF Testa Nera per una femmina Lutina il
mio primo Testa Azzurra; dai successivi accoppiamenti non sono nati altri Gould
che presentavano la nuova “mutazione” .
Più
tardi accoppiai quel Testa Azzurra con una femmina importata all’'Olanda via
Curazao che mi diede una femmina SF (sic ??) Testa Azzurra. Inoltre fra i pulli di
un’altra nidiata c’era un’altra figlia uguale. Quest’'anno ho accoppiato il
padre Testa Azzurra con la sua prima figlia dai quali sono nati diversi piccoli;
fra questi un Arlecchino (Pezzato); tutti non hanno ancora mutato. Ci sono novelli che dovrebbero venire con
Testa azzurra.
Successivamente
con la seconda femmina accoppiata ad un Lutino ho provato ad ottenere figli con
la mutazione della Testa Azzurra, ma sfortunatamente questa seconda coppia non
si è riprodotta.
Il
mio parere è che trattasi di una mutazione spontanea, come tante altre
manifestatesi all’improvviso. Dai risultati degli accoppiamenti ho ritenuto, in
un primo momento, che fosse una mutazione sessolegata, successivamente ho
pensato che si trattasse di recessiva libera, adesso sono più orientato a
ritenerla dominante. Quello che non capisco se agisce sul
collarino o sulla maschera.
Sarei
molto lieto di conoscere il parere degli allevatori italiani”
Abbiamo girato
la notizia a tre giudici internazionali, anche
profondi conoscitori della
genetica dell’esotico australiano, Alessandro Paparella, attuale Segretario
C.O.M.-O.M.J., Emilio De Flaviis, che per oltre 12 anni è stato Presidente della
C.T.N.-I.E.I. e Francesco Faggiano, autore di numerose pubblicazioni, fra le
quali il volume “Mutatis mutandi” edito dalla Foi.
Tutti hanno
mostrato perplessità nel potere esprimere un giudizio compiuto, senza visionare
direttamente i soggetti in questione, basandosi solo sulle foto e sulle scarse
notizie, non sufficientemente esaurienti a causa della diversità di lingua.
Comunque hanno accettato di trasmetterci dei brevi appunti con il loro parere,
che riportiamo di seguito, lasciando ai lettori di trarne le conclusioni,
invitandoli nel contempo a farci pervenire le loro osservazioni, che non
mancheremo di pubblicare in prosieguo.
Alessandro
Paparella: "Secondo il mio modesto parere
non è una mutazione o quanto meno siamo ancora lontano. In passato ho avuto
modo di vedere dei soggetti con un collarino molto largo di un colore blu
intenso che a volte sbordava sulla maschera, soggetti a testa nera in
particolare, che durante il giudizio venivano penalizzati sia sul colore che
sul disegno.
Se
fosse una mutazione, considerato che interferisce sulle eumelanine della testa,
anche il collarino e la coda dovrebbero avere lo stesso colore.
La
mia tesi, che non si tratti di mutazione, è suffragata da una ultima notizia,
ricevuta direttamente da Juan Farrat, che dall’accoppiamento di un
maschio con la testa blu gli sono nati dei soggetti pezzati."
Emilio
De Flaviis: “L’anomalia che presenta il soggetto
della foto è da tempo che la vediamo anche in Italia, con il fenomeno più o
meno accentuato; il soggetto della foto lo presenta in modo molto evidente.
Come elementi significativi per cercare di spiegare il fenomeno bisogna
considerare che appare solo su soggetti Pastello e ancora più importante su
soggetti a testa nera e sempre maschi. Sono questi elementi che ci portano
lontano dall’ipotesi di una mutazione del colore, in quanto gli effetti
mutanti,
salvo casi particolari, generalmente interessano entrambi i sessi e
comunque nel Gould tutti e tre i polimorfismi della testa. Inoltre non può
essere che si manifesti solo su una mutazione e non sul fenotipo ancestrale.
Da quanto sopra ritengo che comunque di mutazione si
tratti, e in tal senso
dovrebbe essere studiata e selezionata, ma non a carico dei pigmenti, che come
si evidenzia sul soggetto mutato della foto non subiscono evidenti modifiche,
ma piuttosto sulla struttura del piumaggio.
Per
meglio far comprendere quanto dirò voglio far riflettere sul fenomeno più volte
comparso denominato petto blu. Anche qui il petto viola diventa di un colore
più cupo tendente al blu; secondo me cambia la struttura della piuma della
testa, probabile rarefazione delle barbule, che per effetto del pigmento
eumelanico, o anche feomelanico (caso del petto blu), che a questo punto non
raggiungendo più gli apici rimanendo nello strato plumaceo più profondo, per
effetto dello spettro refrattivo ci dà un effetto visivo di sintesi
riconducibile al colore azzurro. Questo spiega sia la comparsa sul fattore
pastello, dove la struttura delle barbule è già rarefatta, che la comparsa nei
soli maschi che hanno una struttura plumacea più predisposta a manifestare
fenomeni rifrattivi.”
Francesco
Faggiano: “Vista l’esiguità delle informazioni
ad oggi in nostro possesso, quello che sto esprimendo è una possibile ipotesi
basata su conoscenze di genetica e fisiologia ormai acquisite e
generalizzabili, ma non è detto che nuovi fattori o condizioni genetiche
vengano scoperte in questa circostanza, a stravolgere e affascinare nuovamente
la nostra pervasiva passione.
Il
colore blu, anche in questo caso è assolutamente di natura fisica, cioè frutto
della rifrazione della luce all’interno della barbula composta da cheratina
trasparente, riflesso che sovrapposto ad un fondo melanico adeguato, produce il
così detto effetto “tyndal” che ci permette di ammirare il colore blu negli
uccelli e non solo.
Già nel piumaggio del Gould ancestrale è
presente l’effetto rifrattivo consentito dalle caratteristiche strutturali
dello stesso, ma il colore azzurro si produce, oltre che nel collarino del capo
e sul codione, solo in presenza di una mutazione che inibisce la sintesi del
lipocromo giallo, ottenendo così il dorso blu. In presenza di questo mutante la
maschera facciale però appare melanizzata di nero nel testa nera e di beige nel
testa rossa e nel testa gialla, senza la comparsa, in quella zona, del colore
azzurro presente nella nuova varietà. L’ipotesi può essere quella di una
mutazione che interessa qualitativamente il deposito melanico della maschera,
che invece di essere brunastro (presumibilmente feomelanico), è nero,
apparentemente grigio (eumelanico), così da supportare l’ancestrale condizione
di refrattarietà del piumaggio della specie ed esprimere la nuova colorazione.
Si tratterebbe in questo modo di una mutazione qualitativa a carico della melanina
della testa, che in condizioni ancestrali, quando pigmentata dal lipocromo
presenta chiaramente una brillantezza che sottende una struttura capace di
rifrangere la luce. Purtroppo come spesso accade il nuovo eventuale fattore è
comparso in un ceppo di Pastello, che complica l’interpretazione delle cose e
non consente di capire se esistono altre espressioni sul fenotipo della specie
a carico di altre parti del vessillo, cosa comunque al quanto possibile.
Staremo
a vedere, se si riuscirà a stabilizzare il fattore e portarlo su base
ancestrale e su tutte e tre le colorazioni del capo, anche se da quanto su
riportato, presumibilmente questo fattore è evidente solo nel testa rossa e nel
testa gialla per ovvi motivi.”
Preghiamo l’amico Juan Farrat di comunicarci i risultati dei successivi
accoppiamenti, sperando che possano gettare nuova luce sulla natura di questo
fenomeno.
1 gennaio 2011 (aggiornato 05/02/2015)
Eduardo Corsini