PREMESSA
Con questi appunti desidero mettere a disposizione
di coloro che vogliono cimentarsi nell’allevamento di questi meravigliosi
uccelli, la mia esperienza, frutto di diversi anni di allevamento, e quella che ho acquisito indirettamente frequentando
e discutendo con altri allevatori più in gamba di me.
Mi rivolgo in particolare ai neofiti, ma anche agli
allevatori di “lungo corso” in quanto ritengo che non si finisce mai di
imparare; se qualcuno che mi legge vorrà effettuare delle critiche e fornirmi
il suo contributo è ben gradito.
Il contenuto del testo è dedicato all'allevamento del Diamante di Gould, la specie che allevo da più anni. Ma da circa quattro anni ho iniziato a detenere anche qualche altro esotico australiano ed oceanico.
Nel
“Manuale” cito anche metodi che personalmente non ho mai sperimentato
direttamente, ma li riporto in quanto in uso presso molti allevatori.
Quelli che adotto lo preciso specificatamente; comunque per una loro
lettura completa
rimando all’altra pagina di questo sito “Il mio allevamento – Diario riproduzione”.
Desidero precisare che nel testo con il termine "genitori" intendo
riferirmi sia a quelli naturali che alle "balie", cioè i soli Passeri
del Giappone che utilizzo.
Se
lo scopo è solo quello di possedere un Diamante di Gould, da ammirare per i
colori splendidi e, nel maschio, per il suo sommesso canto, contrariamente
a quanto si ritiene comunemente, questo è un uccellino che non presenta
particolari difficoltà di mantenimento.
Basta
per quanto riguarda l’alimentazione oltre alla miscela per esotici, tenere a
disposizione un piccolo contenitore con sali minerali ed un osso di seppia;
ogni 2 mesi circa aggiungere all’acqua del beverino un prodotto polivitaminico
per 6 giorni, nelle dosi prescritte nella confezione (sostituendolo
giornalmente); nel periodo di muta ridurre la frequenza ad 1 mese.
Comunque
consiglio anche costoro di leggere le pagine dedicate ai vari argomenti, dove
potranno trovare particolari che contribuiranno, se adottati, a migliorare il
benessere dei loro Gould.
Certo
se si vuole tentare la riproduzione, la selezione e la partecipazione alle
mostre l’impegno richiesto è maggiore (rimando costoro ai vari argomenti
esposti dettagliatamente), ma non certo superiore a quello che richiede il
diffusissimo canarino, tranne che nell’uso delle “balie” per quei soggetti che
non allevano “in purezza”. Comunque ricordo che alcune razze pregiate di canarini
(arricciati, gibber, ecc.) ne richiedono spesso l’uso. Mi limiterò a
riportare nei vari argomenti alcune indicazioni di massima, infatti
sulla composizione delle miscele di semi, del pastone, sui tanti prodotti con i
quali si può integrare l’alimentazione, per renderla più nutriente, più
digeribile e per prevenire insorgere di disturbi di vario genere, le opinioni
sono diverse fra gli allevatori: ascoltandoli si nota che ognuno ha la
propria ricetta.
E’
importante quindi tenere ben dritte le orecchie tutte le volte che si
entra in contatto con allevatori esperti, nelle riunioni presso le associazioni
e nelle mostre, per mettere a frutto le loro opinioni e consigli; dopo avere
acquisito un bagaglio di conoscenze fare le proprie scelte e mettere in
atto………..una ricetta personale! Sconsiglio invece utilizzare tanti prodotti
diversi, che magari potrebbero contenere gli stessi componenti, formando un mix
che provoca inutile affaticamento del fegato e del rene, i due principali
organi deputati a metabolizzarli.
Prima di iniziare altre due precisazioni:
- Le tecniche di allevamento sono in continua evoluzione, di conseguenza procederò all'aggiornameto periodico di queste pagine, la cui data potete leggere in calce ai vari capitolo.
- Riguardo
ai suggerimenti sui locali, le apparecchiature e quant'altro può
migliorare la qualità dell'allevamento, la loro adozione suggerita
rappresenta l'optimum, ma può essere lasciata al maggiore o minore
impegno economico che ciascun allevatore intende riservare al proprio
allevamento ed alla disponibilità dei locali. Si tenga presente che in
un allevamento razionalmente organizzato, un buon allevatore ricorre a
questi accorgimenti per salvaguardare la salute dei propri soggetti,
farli crescere sani, robusti e con ottime prospettive di successo nelle
mostre.
Pur
non essendo questo sito “No profit” ho inserito, per comodità dei lettori per
alcuni prodotti il link della ditta che li commercializza, perché possano approfondire
l’argomento collegandosi.
Eduardo Corsini Pubblicato 09/11/2012 (aggiornato 09/02/2015)