Monday, March 27, 2023
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Non tutti gli allevatori si possono permettere un locale ampio e razionale come quello mostrato in calce nella pagina centrale. Importante comunque é organizzare razionalmente quello di cui si dispone limitandosi ad allevare il numero di soggetti che può contenere, fornirlo delle apparacchiature necessarie a mantenere e  controllare  il giusto equilibrio del microclima. Da questi accorgimenti deriva la definizione di
"Allevamento in ambiente controllato"


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Nel mio vecchio localedi circa mc.15 ero costretto ad allevare un numero molto inferiore di uccelli

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Nel nuovo locale, di circa mc.33, che occupo attualmente ho potuto raddoppiare il numero dei soggetti, mantenendo inalterato il giusto microclima; anzi è migliorato per la maggiore luminosità naturale e per le ulteriori attrezzature che ho installato.

Negli allevamenti che ospitano un certo numero di uccelli é utilissimo l'impianto di beveraggio collegato direttamente alla rete idrica oppure ad un serbatoio. L'acqua viene portata a ciascuna gabbia, da una rete di tubi, dove un dispositivo munito di valvola la eroga ogni volta che l'uccello vuole bere. Oltre ai vantaggi indicati per i beverini con valvola sferica, si aggiunge quello della eliminazione del lavoro quotidiano di rifornimento e di pulizia. L'allevatore é libero di allontanarsi per periodi prolungati.
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Prima dell'immissione dell'acqua nel serbatoio é opportuno applicare uno o due filtri, per evitare che le impurità contenute possano bloccare la membrana degli erogatori.

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Nell'impianto collegato direttamente alla rete idrica, occorre oltre ai filtri un regolatore di pressione.

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La parte terminale con l'erogatore ed un raccoglitore delle gocce.

 

   I locali dell'allevamento dovrebbero essere destinati prevalentemente a questo scopo, in quanto le coppie necessitano di una certa tranquillità e cubatura adeguata al numero dei soggetti da allevare. La cucina, come per qualsiasi altro volatile, è il luogo meno indicato per la presenza di vapori, umidità, odori nocivi e sbalzi di temperatura.

   Prima di proseguire desidero sottolineare che le dimensioni del locale, adeguate al numero di soggetti che dovrà ospitare, è forse più importante delle dimensioni delle gabbie. Riporto un brano tratto da un articolo di Gianni Matranga, pubblicato sulla rivista del Club degli Agapornis: “In un ambiente chiuso dove si trova concentrato un certo numero di animali, con il passare del tempo si crea una condizione che prende il nome di Microbismo ambientale di cui nessun allevamento è esente. Questo rappresenta la concentrazione o carica microbica presente in quell’ambiente e, tanto sarà maggiore il numero dei soggetti presenti, tanto più alta sarà la concentrazione batterica risultante, con evidenti pericoli e condizionamenti per la salute degli ospiti perché basta un piccolo elemento scatenante per rendere patologico ciò che era prima fisiologico.”

   Gli altri fattori che qualificano un buon locale sono:


   Luminosità, che può essere sostituita o integrata con lampade a “spettro solare” (sul tipo di quelli usate per gli acquari), azionate da un programmatore di luce, munito di fotocellula. Da alcuni anni in alcuni allevamenti sono stati adottati i “Led”, che per resa di colori ed economicità non sono Alba_Tramonto_FranFor.JPGin discussione; se il locale è anche illuminato da luce naturale, ritengo dopo la mia esperianza che si possono tranquillamente utilizzare. Se l'ambiente é illuminato solo con luce artificiale è preferibile installare quelle a "spettro solare". Anche in un locale ben illuminato, nel periodo invernale, il programmatore di luce è utile durante la riproduzione per allungare le ore (a sinistra alcini tipi della Fran-pet). La programmazione deve consentire un fotoperiodo per il nostro estrildide, complessivo fra quella solare ed artificiale, non inferiore a 10 ore. La fotocellula provvede automaticamente, nel caso di riduzione della luce naturale per eventi atmosferici, a fare entrare in funzione quella artificiale. Il numero delle lampade da installare e la loro potenza dipende dalle dimensioni e dalla conformazione del locale, in modo da evitare che rimangano angoli troppo oscuri. Un’ottima scelta, se possibile, è quella di collocare alcune lampade al soffitto ed altre in basso, in posizione verticale, in modo che anche le gabbie nella posizione più vicina al pavimento ricevano una buona illuminazione. Nel mio locale, già ben illuminato dalle aperture, ho usato per anni le comuni lampade al neon allo scopo solo di aumentare le ore di illuminazione. Ho tratto la conclusione che se la luce solare entra a sufficienza, quelle a "spettro solare" non sono indispensabili.

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   Areazione è un altro fattore importante, quindi se le aperture non sono adeguate o, quando durante i mesi freddi, sono chiuse, è necessaria l’installazione di un aspiratore, scelto in base alla cubatura, collegato ad un timer che ne provoca l’accensione ad intervalli prestabiliti (nel mio locale ho ritenuto sufficiente 1 ora di funzionamento intervallata da 1 di riposo).


   Umidità non dovrebbe superare il 65%, ma i Gould sopportano per periodi non prolungati anche valori fino al 90%; se occorre procurarsi un deumidificatore, in quanto soffrono l’umidità eccessiva e prolungata, più del freddo. Inoltre potrebbe favorire lo sviluppo di Deumidificatore.JPGmiceti, muffe e batteri, soprattutto nei cibi umidi (semi germinati). Al contrario se l’allevamento è tenuto in locali riscaldati, bisogna controllare che l’aria non si essicchi eccessivamente ed intervenire collocando, sulla fonte di calore, una bacinella con l’acqua che evapora, oppure acquistare un umidificatore. Durante la muta l'umidità bassa (anche 40%) la favorisce.

   Temperatura è un altro fattore correlato all’ubicazione geografica dell’allevamento. L’Italia per la sua conformazione allungata, presenta sensibili differenze di clima da nord a sud. Premettiamo che il Diamante di Gould proviene dall’Australia, con un clima mediamente più caldo e con minori escursione termica stagionale. Ma in alcune zone più interne, dove il nostro estrildide si sposta dopo la riproduzione, l’escursione giorno/notte è abbastanza sensibile, fino a raggiungere valori prossimi allo zero. Eppure il Gould sopporta tali temperature, senza soffrirne.Ozonizzatore_FranFor.JPG Questo consente anche nel nostro Paese di mantenerlo all’aperto con temperature abbastanza basse, anche inferiori a 10°. Importante evitare sbalzi improvvisi e correnti d’aria (vedi “allevamento in volera”). Il discorso è diverso durante la riproduzione, per la quale per ottenere una buona resa non dovrebbe scendere sotto i 18°; se si sceglie di effettuarla nei mesi da settembre a febbraio (vedi capitolo “periodo riproduttivo"), necessita che il locale sia riscaldato artificialmente. Anche un ozonizzatore (nella foto a dx) ed uno ionizzatore sono consigliati per ottimizzare le condizioni igieniche del locale; il primo per sterilizzare e purificare l’aria, il secondo per abbattere le polveri in sospensioni. Sono in commercio degli apparecchi filtranti (a sx della Besser Elektronik) che effettuano la pulizia dell'aria con due azioni combinate: una elettrostatica che abbatte le polveri e l'altra meccanica, che l'aspira e la filtra per trattenerne le impurità (polveri, muffe, pollini, ecc.); il prezzo é giustificato dall'efficacia e 2_Termometro_Igrometro_Web.JPGdal fatto che sostituisce l'uso dei due apparecchi prima mensionati. Per rilevare sia la temperatura che l'umidità è necessario dotare il locale di un apparecchio che ne misuri i valori.

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   I contenitori
per i nostri soggetti, in un allevamento ben organizzato, dovrebbero essere di vario tipo e dimensione, per ottemperare alle diverse esigenze delle fasi di conduzione.

   Le gabbie per la riproduzione dei Gould sono sufficienti di dimensioni uguali a quelle per i canarini (60x35x40 circa).

   I gabbioni, da 90 e 120 centimetri di lunghezza, sono adatti per separare i riproduttori durante il periodo della muta e del riposo e per trasferirvi i novelli dopo lo svezzamento, per consentire loro di sviluppare adeguatamente la muscolatura.

   Le “gabbie a batteria sono un sistema molto comodo e razionale; consentono, al bisogno di collegare ogni singolo contenitore con l’altro, permettendo di aumentarne le dimensioni, volendo fino a formare un “corridoio di volo“ per tutta la lunghezza, da utilizzare per numerosi uccelli.

Esistono anche le "batterie con sistema carta", nelle quali il fondo non è provvisto dei consueti cassetti per la raccolta degli escrementi, ma da un unico piano dove un nastro di carta, da un rotolo posto ad un’estremità, scorre velocizzando l’operazione della periodica pulizia.


   I
nidi
da preferire sono quelli cosiddetti “a doppia camera” delle seguenti dimensioni standard:

   generali cm.20 x 13, altezza cm.12;2_Nido_DoppiaCamera.JPG1_Nido_DoppiaCamera.JPG

   anticamera cm.8 x 13

   camera nido cm. 12 x 13

   diametro ingresso cm.4,5


   Molti allevatori utilizzano i normali nidi “a Web_Nidi_Plastica_Gould.JPGcassetta aperta” per esotici, quasi sempre accettati dai Gould.
   Da un paio di stagioni utilizzo nidi in plastica più profondi e con l'apertura a feritoia (vedi foto a fianco); senza riscontrare inconvenienti.
  

   Poiché o Gould sono dei pessimi costruttori di nido lo preparo personalmenteNido_DoppiaCamera_Materiale.JPG foderando la base con abbondati fibre di cocco, per finire con un leggero strato di "sisal" oppure fili di d'erba essiccati. Metto a disposizione  nella gabbia dell'altro materiale perché possano ultimare il lavoro e creare fra loro un maggiore affiatamento di coppia (nella foto un nido già preparato).

 

   Per i Passeri del Giappone utilizzo esclusivamente i nidi di plastica per esotici.











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      Eduardo Corsini                                                                                                                                   pubblicato 09/11/2012 -aggiornato 11/03/2015
 
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Valerio Graziano, un giovane neofita, ha organizzato il locale in modo adeguato


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In visita all'allevamento di Alessandra Negrini


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Batteria della Canariz con divisori estraibili e sistema carta


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Alle mangiatoie tradizionali sono da preferire quelle chiamate "anti spreco"dove i volatili sono costretti a mangiare tutti i tipi di semi, man mano che scendono nella parte inferiore. Inoltre non possono defecare dentro e  la pula non cade sui semi, evitando il fastidioso lavoro di "soffiarli"


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Oltre ai beverini tradizionali (a destra) oggi sono in vendita quelli che consentono l'uscita dell'acqua quando il soggetto per bere pressa sulla "pallina". Inoltre non permette di fare il bagno e sporcare il liquido in alcun modo.
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