Monday, March 27, 2023
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Modalità prelevamento campione fecale

Dopo avere tolto la griglia, collocare sul fondo della gabbia un foglio di carta stagnola. Dopo circa due ore raccogliere con l’asticella che fa parte della provetta di conservazione, dei campioni di feci, ricollocare il tampone (l'asticella) e portarli immediatamente in laboratorio. Secondo il tipo di analisi da effettuare, sarà il veterinario a dire se si dovrà usare una provetta con “liquido di conservazione” o senza.

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Provette per la conservazione del campione fecale


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 Sulfac della Formenti

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De-Tox della Pagnini



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Detoxicum della GeaVet


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Proventricolite?? - Il Dr.Gustavo Picci, mio veterinario di fiducia, esamina i feti prelevati dalle uova dei Diamanti Coloria. Dall'analisi al microscopio ha rilevato la presenza di agenti patogeni che potrebbero avere provocato una Proventricolite. Non abbiamo potuto effettuare gli ulteriori esami di approfondimento per la morte della femmina.

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Polyomavirus - Due dei pulli colpiti; per la precisione i soggetti non sono ancora deceduti. Evidenti i danni provocati dal virus anche esternamente.

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Particolare del ventre del Diamante di Tanimbar ingrassato



 
LA PREVENZIONE DALLE MALATTIE E DAI PARASSITI

                                                                                                      
  Ho denominato il capitolo "prevenzione" e non cura delle malattie e dei parassiti, in quanto sono un sostenitore della massima che afferma: “la prevenzione é la migliore medicina contro le malattie ed i parassiti: evitare è sempre meglio che curare.
  Per curare bisognerebbe rivolgersi ad un veterinario specializzato in patologie avarie. Per l'allevatore è importante comunque sapere individuare tempestivamente i sintomi e descriverli al veterinario, per metterlo in condizioni di diagnosticare. Antibiogramma.JPG

  L’unico modo sicuro per farlo é l'esame coprologico (delle feci), con antibiogramma, che indica il principio attivo al quale è sensibile l’agente patogeno individuato. Fornendo medicine non adatte, si corre il rischio, non solo di vanificarne lo scopo, bensì di autoimmunizzare il responsabile, rendendolo più resistente alle cure successive. Nel caso di difficoltà a contattare un bravo professionista, chiedere il parere di allevatori esperti, che spesso si affidano al “fai da te”. Volendo comunque utilizzare questa procedura è preferibile non somministrare farmaci per uso veterinario od umano, ma prodotti per l’ornitologia a base di essenze naturali, che nel caso di lievi ed iniziali disturbi in genere danno risposta positiva, con il vantaggio di non provocare dannosi effetti collaterali.

  Fra i “malesseri” che ho curato senza ricorrere al veterinario ne cito due fra i più frequenti in allevamento:

Coccidiosi.jpg  coccidiosi - causata da un agente coprofago (che compie tutto il ciclo biologico nelle feci), presente nei soggetti in forma fisiologica; peraltro per motivi vari, come improvvisi abbassamenti di temperatura, traumi, forti stress, ecc. possono svilupparsi in quantità patologica. Fra i principali sintomi iniziali si può notare l’arruffamento del piumaggio (comunemente si dice che il soggetto si “impalla”), apatia, grande appetito e contemporaneo dimagrimento, rilevabile dallo sterno che assume una forma sottile comunemente detta a “lama di coltello”. La diagnosi può essere con certezza confermata da un semplice esame parassitologico delle feci, ma se è difficile contattare un veterinario e la patologia è allo stadio iniziale, ho ottenuto buoni risultati somministrando Sulfac della Formenti, un sulfamidico blando per uso ornitologico, contenete hinossalina 2%, sulfadimetossina 1%, diaveridina 1%.


  micosi del gozzo - come vengono volgarmente chiamate le patologie provocate da miceti (funghi), che si possono sviluppare nel gozzo, a causa di ingestione di cibi che ne sono contaminati. Questo é uno dei principali rischi che si corre somministrando i semi germinati se non bene asciutti o se lasciati a disposizione per troppo tempo (al riguardo vedi anche il capitolo "Alimentazione ed integratori").

   Ne sono colpiti principalmente i soggetti deboli, come i nidiacei, nei primi giorni di vita, ma anche nello stadio più avanzato. Gli adulti in genere ne sono portatori sani (specialmente i Passeri del Giappone), ma in un soggetto debole come un pullus i miceti si sviluppano ed agiscono, manifestando i sintomi già accennati. I nidiacei colpiti evacuano feci molli e maleodoranti, dimagriscono vistosamente (sterno a "lama di coltello" vedi foto sopra), nonostante mostrino il gozzo pieno. Questo può trarre in inganno il neofita, che in genere controlla solo se i piccoli vengono imbeccati, tralasciando di prendere in considerazione la qualità delle deiezioni.

  La cura che viene comunemente praticata da anni è a base di Anfoteracina B un principio attivo per uso umano (anche per i lattanti), per il trattamento delle candidiosi orali ed intestinali. In Italia fino a qualche anno fa era in vendita il farmaco che lo conteneva il Fungilin, successivamente sostituito da prodotti con principi attivi a più ampio spettro. Peraltro nel nostro campo si é constatato che i miceti degli uccelli rispondevano meglio alla Amfoteracina B. Di recente si é venuti a conoscenza che un prodotto che lo contiene il Fungizone, sempre della Squibb, ancora commercializzato in altri paesi europei, da dove non é difficile farlo pervenire. Fare attenzione che lo stesso principio attivo é presente in doppia concentrazione, di conseguenza la posologia che si adottava per il Fungilin deve essere dimezzata, cioè: nella gola dei nidiacei 1 goccia una sola volta, nel beverino 2 cc. per 1 litro, da sostituire giornalmente, per 10 giorni.Punto_nero.jpg

  Fra i sintomi evidenti, anche ad un profano, richiamo l’attenzione sul cosiddetto “Black spot” (Punto nero), che evidenzia attraverso la sottile parete dell’addome l’ingrossamento della cistifellea. Si verifica, anche nei nidiacei, per affezioni epatiche o gastrointestinali, provocate da enterobatteri. Consiglio di rivolgersi ad un veterinario, per accertarne l’esatta natura attraverso esame coprologico ed antibiogramma, in modo da utilizzare l’antibiotico adatto.



 
  
Fatte queste brevi premesse sono fra i sostenitori che la prevenzione dovrebbe essere la massima per ogni allevatore, neofita od esperto. Prevenire significa:

  • massima igiene dei locali e delle attrezzature;
  • corretta e sana alimentazione;
  • aumentare le difese immunitarie con la somministrazione periodica di prodotti che favoriscono la crescita della flora batterica; 

 

  In commercio oggi esisto prodotti contenenti fruttoligosaccaridi, betaglucani od altri principi attivi corrispondenti, con questa specifica funzione.

  Molti allevatori ricorrono all’uso di fermenti lattici per uso umano, che hanno lo scopo di favorire l’incremento della flora batterica intestinale, contenenti lactobacillus. Il dosaggio sarà diverso da l’uno all’altro; conviene quindi farselo indicare da chi già li utilizza.

  Da alcuni anni, su consiglio dell’amico Riccardo Rigato, veterinario ed allevatore esperto, utilizzo Fermental max della ESI, contenente fra l’atro 2 miliardi di spore di bacillus coagulars, Fos (fibra prebiotica), vitamine del gruppo B ed Aloa Vera (disinfettante intestinale). Trattasi di prodotto per uso umano reperibile in farmacia per il quale non occorre ricetta medica, il contenuto di una capsula si scioglie in un litro d’acqua fornendola per 7 giorni, il beverino va sostituito giornalmente.

  Lievito di birra -  Successivamente ho iniziato ad utilizzarlo, ottimo prodotto naturale per accrescere la flora intestinale (vedi capitolo  Alimentazione)

  De-Tox Un altro prodotto della Pagnini a base di sciroppo di destrosio ed estratto di cardo mariano, ha potere disinfettante dell’apparato digestivo e decongestionante del fegato. Fra gli ingredienti citiamo, vitamine B1, B2, B6, B12, PP e K3, carnitina, lisina e metionina. Lo fornisco al soggetto per il quale noto qualche segno di malessere 2/3 gocce in un beverino con 25cc di acqua, per  una settimana circa, cambiando giornalmente.

   Detoxicum - Un prodotto simile al precedente, prodotto dalla GeaVet, a base di estratti vegetali, con elevata attività disintossicante del fegato. Utilizzabile dopo trattamenti antibiotici e come tonico per uccelli malati e convalescenti. Dosi: gr.6 per lt. o kg. pastone, per 15/20 gg. Lo uso in sostituzione del De-Tox a secondo i sintomi presentati.


 

  • non creare sovraffollamento, limitando il numero dei soggetti alle dimensioni del locale (vedi capitolo "locali") ed al massimo tempo disponibile per accudirli al meglio;
  • periodica pulizia delle attrezzature ed irrorazione dei locali, con una sostanza disinfettante, come l’amuchina, per combattere i batteri; contro i parassiti con prodotti naturali, a base di piretro (Foractil), assolutamente innocui ai volatili,; l’irrorazione può essere limitata ad una volta al mese nei periodi freddi ed a due in quelli caldi; in caso di sospetta presenza di patologie o parassiti aumentarne la periodicità. Quando la patologia o la parassitosi è stata diagnosticata, oltre alle cure prescritte, si dovrà procedere alla radicale pulizia, disinfezione o disinfestazione dell’aviario;
  • il bagno, che i Gould amano farlo, ma con minore assiduità delle erytrhurie, di conseguenza non metto le vaschette giornalmente, ma 3 volte la settimana, con maggiore frequenza durante la muta e la preparazione alle mostre. Il bagno ha numerose benefiche funzioni;  eliminare la polvere depositata sul piumaggio (rendendolo più brillante), liberare di eventuali parassiti, pulire le zampe da eventuale presenza di feci, ammorbidire le scaglie e durante la muta favorire la fuoriuscita delle nuove penne.
   Seguendo queste semplici norme non è necessario, anzi è sconsigliato dai veterinari l’uso preventivo di antibiotici, sulfamidici, ecc., che possono causare:
  • danni soprattutto all’apparato digerente, al fegato ed ai reni;
  • distruzione della flora batterica e quindi indebolimento delle difese immunitarie naturali, sterilità, mancanza di estro, riduzione nelle schiuse, nascita di pulli deboli, ecc.


   “Quarantena” – Può essere considerato il metodo di prevenzione per eccellenza, ma difficile da adottare nella pratica gestione di un allevamento.

   La letteratura ornitologica suggerisce di porre in quarantena i soggetti all’atto dell’acquisto ed al rientro dalle mostre. E’ una regola che andrebbe seguita, ma nella pratica non applicata quasi da nessuno, in quanto la validità richiede una procedura corretta e complessa:

  • lo dice lo stesso nome che deve durare 40 giorni, infatti perchè alcune patologie si manifestino occorre questo tempo;
  • il soggetto sotto esame va alloggiato in ambiente separato;
  • spesso un soggetto non manifesta alcun sintomo apparente, in quanto è portatore sano, ma entrando in aviario trasmette l’agente patogeno ad altri soggetti, che viceversa si ammalano;
  • bisognerebbe effettuare accurate analisi di laboratorio, per escludere patologie occulte.

   Da parte mia applico una soluzione più semplice (vedi anche capitolo "Consigli per gli acquisti"):

  • all’atto dell’acquisto osservo bene le condizioni igieniche del locale e quelle generali dei soggetti allevati;
  • osservo a distanza il soggetto che devo acquistare per notarne la vivacità;
  • prendendolo in mano, soffiando le piume, controllo il ventre dell’uccello, che deve presentarsi chiaro, senza che traspaiano anse intestinali; la fine dello sterno non deve essere visibile in trasparenza una zona scura, indice che il fegato ingrossato deborda dalla sua sede naturale (naturalmente segni più o meno marcati indicano lo stato del soggetto);
  • dopo averlo portato nel mio allevamento, colloco il soggetto in una gabbia separata, fornendo nel beverino un disintossicante alle erbe (il già citato De-tox) e lo spruzzo con un insetticida per uso aviario, dopo circa una settimana, se non si noto sospetti stati di malessere, lo riunisco agli altri; quest’ultimo accorgimento sia per i nuovi acquisti che per i soggetti di ritorno dalle mostre.


 

    Esclusa l’uso delle medicine in forma preventiva, come il cosiddetto “trattamento pre-cove”; oggi ci si è indirizzati verso il controllo pre-cove, che consente se vengono riscontrati dal veterinario problemi, intervenire sempre sotto suo stretto controllo e non come si faceva in passato “al buio”.


   Riguardo ai trattamenti "al buio" mi soffermo su uno, che ho potuto constatere visitando alcuni Forum, molto in uso fra i neofiti.

 

  Acariosi respiratoria - Ho notato l’uso disinvolto di Ivermectina (Ivomec), appena si nota un problema respiratorio, peggio come prevenzione; credo perché suggestionati dalle voci che nei Diamanti di Gould è frequente la presenza dell’acaro respiratorio (sternostoma tracheacolum). La sintomatologia, comuni ad altre problematiche respiratorie, meno gravi, è caratterizzata da respirazione sibilante e faticosa, più manifesta di sera, ed ha un decorso molto lungo, anche di un anno. In presenza di tali sintomi conviene sempre consultare preventivamente un veterinario, il quale può diagnosticare con certezza la presenza dell’acaro, in caso si tratti di altra patologia prescriverà il farmaco adatto, solo se presente lo sternostoma prescriverà l’Ivomec, sotto suo stretto controllo.

   Il predetto farmaco, destinato alla cura di animali di grossa taglia (bovini, suini, ovini, ecc.) se somministrato in dose e maniera errata, può provocare gravi danni all’organismo, come sterilità e persino la morte del soggetto.

   Desidero precisare che l’acariosi respiratoria è frequente in natura, dove ha costituito una delle cause di decremento della popolazione, ma, in base alle mie conoscenze, in cattività ormai è quasi completamente debellata.


 Parassiti esterni -Inoltre voglio tranquillizzare gli allevatori poco esperti del nostro esotico autraliano, che non mi risulta particolarmente colpito da parassiti. L'acaro rosso, molto temuto dagli allevatori di canarini, sembra non gradire il sangue dei Gould, infatti molto raramente  ne è stata segnalata la presenza.

  Mentre il "pidocchio delle penne" si può manifestare, ma é facilmente debellabile. Trattasi di un aracnide che vive, si nutre e si riproduce costantemente sull’uccello, nutrendosi sia della pelle,  che della parte più tenera delle penne, barbe e barbule. I sintomi sono abbastanza evidenti: l’uccello colpito presenta prurito (diverso dal comune lisciarsi il piumaggio), mancanza di piume particolarmente vicino al becco ed al collo, le  penne delle ali si sfrangiano, si spezzano ed addirittura mancano.    

  Fortunatamente sono sensibili al trattamento esterno con uno spray a base di piretro (Foractil della Formenti), spruzzato ad una certa distanza direttamente sul soggetto, tenuto in mano, coprendo gli occhi; basta un trattamento di due giorni da ripetere dopo una settimana per eliminarli. Conviene anche irrorare la gabbia. A mio parere é esagerata la prassi (definita "fumigazione") di introdurre l'uccellino in un sacchetto di plastica, vaporizzare dentro l'insetticida e tenerlo qualche minuto.

  Un parassita che attacca le parti cornee (zampe e becco) è curabile con gli stessi metodi descritti sopra (vedi pannello dx).

  Un altro prodotto che viene utilizzato con leggerezza sono le pipette destinate a combattere i parassiti nei cani e nei gatti (esempio: Frontline). Anche questi prodotti potrebbero provocare danni in quanto a base di sostanze chimiche, il cui dosaggio non è previsto per piccoli animali. Gli effetti negativi non sono visibile ed immediati, ma possono provocare danni al delicato apparato interno dei nostri uccellini, come fegato e reni, deputati a metabolizzarli.



  Prima di chiudere questo capitolo vorrei parlare di alcuni casi particolari di patologie che ho sperimentate direttamente oppure ne sono venuta a conoscenza da altri allevatori. Non riguardano solo i Diamanti di Gould, ma anche di altre specie, la cui conoscenza può tornare ugualmente utile a noi gouldisti.


 “Malattia degli occhi gonfi” – Nella metà degli anni ’90 si diffuse il panico fra gli allevatori di canarini per una misteriosa malattia virale, la cui trasmissione avveniva attraverso la puntura di insetti (zanzare, ecc.), che mieteva vittime negli allevamenti di canarini. La cura, trattandosi di un virus resistente agli antibiotici, si rivelò quasi impossibile. Si manifestava in tre forme:

  • cutanea, la meno grave, che colpiva gli occhi e le zampe;
  • difteroide, localizzata nella cavità orale;
  • setticemica, la più grave con mortalità vicina al 100%;

  Fu lunga e difficile l'individuazione e l'isolamento dell'agente patogeno responsabile. Dopo anni di ricerche si scoprì  trattarsi di un virus appartente alla stessa specie di quello che colpiva il pollame, consentendo così di dare il giusto nome alla patologia, che all’inizio era stata comunemente denominata “La malattia degli occhi gonfi”. Dai test effettuati il vaccino già in produzione per il pollame non si dimostrò efficace, in quanto si trattava di un virus sp.sp. Per fortuna successivamente fu prodotto anche il vaccino ad hoc, il Poulvac Canary Pox distribuito dalla Foi, da praticare annualmente. Sembra che l’agente patogeno non colpisca tutte le specie di uccelli da affezione, ma in particolare il canarino, mentre in qualche caso segnalato nei Gould, si pensa che si sia trattato di errata diagnosi.

  Nel 1999 nel mio allevamento ho riscontrato la presenza in un Gould con un occhio gonfio, che comunque non presentava nessuno segno di malessere, conservando la normale vivacità. Mi sono allarmato ed ho consultato prontamente un veterinario il quale mi ha tranquillizzato diagnosticando un’infezione da puntura di zanzara. Mi ha prescritto di applicare per 3 giorni una pomata oftalmica; ma dopo alcuni giorni, nonostante continuasse a mostrarsi arzillo, è improvvisamente deceduto. Il veterinario ha ipotizzato che la causa possa essere stata la pressione del globo oculare sul cervello. Nessun contaggio si verificò negli altri soggetti. Le foto sul pannello sinistro.


 

 

  Polyomavirus - Nella stagione 2011 un amico allevatore fin dalle prime schiuse ha subito la perdita del 100% dei nidiacei; questo avveniva intorno ai 20/25 giorni di vita. Nonostante fossero stati imbeccati, dimagrivano vistosamente, emettevano feci molli e maleodoranti, in 48 ore la situazione degenerava ed i soggetti morivano. Si è rivolto ad un veterinario aviare, che dalla analisi coprologica, ha diagnosticato un'infezione da Escherichia coli, un batterio di una certa gravità ma curabile. Ha prescritto un primo ciclo di Amixicillina/acido clavulanico (Augmentin), seguito da un altro di Eurofloxacin uso veterinario (Baytril). Nonostante la cura i decessi non regredivano. Il veterinario ha ipotizzato la presenza di un virus, che le analisi coprologiche non sono in grado di evidenziare. Si sono spediti i cadaveri al laboratorio della Facoltà di Veterinaria dell'Università di Bari, che non ha più riscontrato la presenza di Escherichia coli, che la cura precendete aveva debellato, ma dopo avere effettuato l'analisi tramite PRC, che ricerca direttamente il DNA del virus, ha diagnosticato la presenza del Polyomavirus (APV), in fegato, reni e polmoni dei 5 soggetti analizzati, virus per il quale non é disponibile una terapia sicura. Il consiglio è stato l'eliminazione di tutti i soggetti dell'allevamento ed una disinfestazione radicale del locale e delle attrezzature con candeggina. Vi lascio immaginare lo sgomento dell'allevatore, che ha visto sfumare in un soffio quasi quindici anni di sacrifici......anche economici!!! Nei giorni successivi aveva deciso di non allevare più, ma la passione ha prevalso, ha effettuato il lavoraccio prescritto dal veterinario e l'anno successivo ha riacquistato nuovi soggetti.

Dalla letteratura consultata ho trovato che la descrizione dei sintomi coincide con molti di quelli riscontrati dal mio amico: “…. distensione addominale, anoressia, perdita del peso, rigurgiti, diarrea, disidratazione, lesioni distrofiche del piumaggio, perdita delle penne primarie, perdita del colore della cute, emorragie sottocutanee, tremori del collo e della testa fino ad arrivare alla morte del soggetto. Blocca inoltre le naturali difese immunitarie dell’ospite, permettendo ad infezioni miste di svilupparsi in collaterale (vedi escherichia coli nei soggetti del mio amico)…... nei soggetti giovani i sintomi compaiono molto presto fra le due settimane e i tre mesi di vita……, di solito muoiono entro 12-72 ore, ma non sono rare le morti improvvise;…..nei soggetti adulti.......spesso l’infezione non manifesta sintomi gravi e può anche risultare asintomatica, ma l’individuo trasmette ugualmente il virus agli altri ed ai figli”. Nel pannello sinistro alcune foto.




   Vi segnalo che il 18/03/2015 ho pubblicato su GouldMagazine un articolo sulle malattie del becco e della faccia nel Diamante di Gould, tratto da Facebook. Sulla validità del contenuto non assumo nessuna responsabilità, pertanto lascia a voi trarne qualsiasi conclusione. (cliccare)





                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                      Eduardo Corsini                                                                                                                                                       pubblicato 09/11/2012     (aggiornato 24/05/2013)
 
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Fermental della ESI

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Fungilin e Fungizone

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Amuchina
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Lysoform

Non dovrebbe mancare in ogni buo allevamento una camera climatica che serve ad isolare un soggetto ammalato. La pronta collocazione ad una temperatura di circa 30° può essere determinante per la sua guarigione. Anche le femmine che presentano segni di ritenzione dell'uovo si avvantaggiano del calore per deporlo.
L'apparecchio può essere utilizzato anche per nidicei da svezzare allo "stecco" oppure per accelerare la germinazione dei semi.

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Camera climatica della Tecnopetitalia
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Camera climatica della Fran-pet, funzionante anche con la batteria dell'auto

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Di recente é stata posta in commercio una "Cupola riscaldante", che trasforma una normale gabbia in una gabbia infermeria

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Il Diamante di Gould affetto da "Malattia degli Occhi Gonfi"

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"Acariasi zampe"
: è dovuta all’acaro Knemidocoptes mutans che si localizza sotto le scaglie delle zampe. Sintomo caratteristico è la squamatura delle zampe, croste rugose e deformazioni delle dita. Le lesioni compaiono sulle parti delle zampe non coperte da piume e a volte ai lati del becco, causando ispessimento e proliferazione delle squame epidermiche con formazioni di croste e scaglie. Terapia esterna: polvere di piretro (anche Foractil spray)) o polvere per parassiti composta da naftil e metilcarbammato possono tenere lontano se usati con una certa frequenza
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