|
 |
Riporto la media delle temperature registrate in
alcune provincie italiane, scelte da nord a sud, nel decennio 2000-2009.
Trapani (la più calda) 18,3° Ragusa 17,8°
Reggio Calabria 17,7°
Messina 17,5°
Cagliari 17,4°
Palermo 17,1°
Catania 17,1°
Lecce 17,1°
Cuneo
9,9°
L’Aquila
9,9°
Biella
9,4°
Belluno
7,4°
Torino 7,3°
Trento
6,9°
Sondrio
6,1°
Bolzano 4,6°
Aosta (la più fredda) 3,6°
La stessa fonte osserva che al 2009 appartiene il primato sia
della media più alta in assoluto, rilevata a Reggio Calabria con 19,2º, che di
quella più bassa, in Valle d’Aosta con 1,8º. Da questo si evince un aumento
della variabilità territoriale delle temperature medie. Infatti, se
dal 2000 al 2007 la distanza tra la provincia più calda e quella più fredda
rimane stabile intorno ai 14,5º, nel 2008 passa a 15,3º e nel 2009 si porta a
17,4º.
|
|
 |
|
|
|
|
 |
LA SCELTA DEL PERIODO RIPRODUTTIVO
Considerato che nel paese di origine la primavera australe, durante la
quale i Gould si riproducono, coincide con il nostro autunno, fin da quando ne
è iniziato l’allevamento domestico nel nostro emisfero si è ritenuto opportuno
assecondare il loro “calendario biologico” scegliendo come periodo l’autunno. La stragrande maggioranza degli allevatori ancora oggi avvia la
stagione delle cove approssimativamente alla fine dell'estate, per concluderla nei primi mesi dell'anno successivo.
Questo consente un congruo anticipo sulla nuova, delicata fase della muta,
permettendo ai soggetti di recuperare le energie spese e concluderla in tempo
per la stagione mostre. Questa scelta comporta, come ovvio, di ricreare nel
locale le condizioni che i Diamanti di Gould trovano nella primavera australe:
microclima (innalzamento progressivo della temperatura e del fotoperiodo),
umidità non eccessiva, abbondanza di alimentazione (con un maggiore contenuto
proteico), ecc. Opportunamente questa tecnica viene definita “allevamento in
ambiente controllato”.
Negli ultimi anni sono aumentati
coloro che hanno spostato la riproduzione durante la primavera; che offre il
principale vantaggio di affidare alla Natura il compito di creare le condizioni
adatte che abbiamo elencato prima, senza dovere ricorrere ai mezzi tecnici,
come "regolatori alba-tramonto" apparecchi di riscaldamento, e
deumidificatori (se necessari). Nel nostro paese il clima in questa stagione
presenta normalmente un tasso di umidità medio, con notevole beneficio sia per
la schiusa che per i pulli, infatti l’eccessività umidità rappresenta il principale
nemico della salute dei Diamanti di Gould, più del freddo come comunemente si
crede. Per coloro che praticano l'allevamento in voliere esterne, questa
è una scelta obbligata.
Contro la riproduzione primaverile depone la circostanza che la durata
della muta nei Diamanti di Gould è più lunga rispetto a quella di altre specie,
pertanto gli allevatori che si cimentano nelle mostre devono tenerne conto, se
non vogliono avere la sorpresa di trovarsi con alcuni soggetti ancora non
pronti. Alcuni preferiscono percorrere una via intermedia, avviando la
riproduzione in dicembre, dopo avere concesso loro una fase di riposo dallo
stress delle mostre.
La scelta peraltro è condizionata dal genere di locale di allevamento;
infatti disponendo di un ambiente chiuso, ben coibentato, dotato di
riscaldamento, che consente di mantenere la temperatura nei mesi freddi ad un
minimo di 17°, anche di notte, di impianto di illuminazione artificiale con dispositivo
alba/tramonto, è possibile optare per la riproduzione autunno/inverno. In
mancanza di queste caratteristiche è preferibile procedere alla formazione
delle coppie quando la temperatura inizia ad innalzarsi e le ore di luce ad
aumentare.
Come è noto queste condizioni variano in Italia da regione a regione,
quindi non è possibile fornire indicazioni univoche, ma ogni
allevatore deve sapersi regolare, tenendo conto di queste regole generali.
|
|
 |
|
|
|
 |
Eloquenti alcune immagini delle nostra pensola, da nord a sud, che dimostrano le differenze climatiche
Nel
pannello a sx , riporto alcuni dati metereologici ufficiali; sotto di seguito
alcune mie considerazioni personali dettate dalla esperienza.
Le statistiche
metereologiche dimostrano la tendenza negli ultimo anni delle modifiche
climatiche intervenute, fenomeno che abbiamo rilevato sulla “nostra pelle”,
anche noi allevatori. Non sono mancate infatti in molti allevamenti annate
riproduttive negative, da imputare ai capricci del tempo.
Riporto
la mia
personale esperienza al riguardo. All'inizio dell'autunno, con
l’abbassamento della temperatura, che nella mia località non scende
anche di notte sotto i 15°, lascio le
aperture quanto più tempo possibile spalancate, anche di notte, per
consentire un continuo ricambio dell’aria, per abbassare la carica
microbica presente. Nel settembre 2008 dalle previsioni metereologiche era
stato preannunciato un consistente calo delle temperature. In quel periodo
all’interno dell’allevamento, anche con la porta-finestra aperta, i gradi si
mantenevano intorno a 18°. Peraltro quella notte l’abbassamento è stato talmente repentino
che la mattina successiva ho trovato che la temperatura era scesa di oltre
6°. Le coppie erano già tutte in estro e si apprestavano a deporre; ma dopo
quell’evento è finito l’estro, che è tornato dopo oltre un mese.
Da allora non
tralascio di ascoltare le previsioni metereologiche, provvedendo a chiudere le
aperture dell’allevamento appena si annuncia una perturbazione; inoltro curo di
monitorare costantemente sia la temperatura che l’umidità. Il corretto microclima
del locale è importantissimo per non
incorrere in brutte sorprese, pertanto consiglio a tutti di seguire queste
precauzioni.
Eduardo Corsini pubblicato 27/12/2012 - aggiornato 25/03/2015
|
|
 |
|
|
|