LA PREPARAZIONE ALLE COVE
Premetto che gli
adempimenti di seguito indicati vanno applicati sia ai soggetti destinati alla
riproduzione, che alle eventuali “balie”. Con il termine
“genitori” intendo riferirmi a quelli “naturali” ed agli “adottivi”; infatti
è importante che le condizioni fisiche e di salute delle “balie” siano al
meglio; solo così saranno in grado di imbeccare bene i pulli adottivi e non
trasmettere loro patologie, delle quali potrebbero essere portatori sani.
Da
tempo ormai la maggioranza dei veterinari e degli allevatori sconsiglia, qualsiasi
trattamento farmacologico preventivo, il cosiddetto trattamento pre-cova,
in auge in passato presso la quasi totalità degli allevatori. Gli antibiotici o sulfamidici
esercitano la loro azione solo sulla patologia in atto; trascorse un periodo
alquanto breve la sostanza viene metabolizzata e cessa qualsiasi effetto
sull’organismo; mentre permangono quelli collaterali, quale riduzione della
flora batterica, affaticamento dei principali organi, come il fegato ed il
rene, oltre all'ulteriore e grave conseguenza derivante dalla "farmaco resistenza", cioé la perdita di efficacia delle molecole che compongono i più comuni antibiotici.
Si sono confusi per tanto tempo questi farmaci con i vaccini, i soli che
rimangono efficaci per un periodo lungo, ma variabile, agendo da copertura al
contrarre le malattie (es. il vaccino contro il difterovaiolo, che colpisce in
particolare i canarini, mentre i Gould ne sono quasi immuni).
Una terapia va somministrata solo dopo opportune indagini di laboratorio, che consentono attraverso l'antibiogramma di scegliere il farmaco al quale è sensibile l'agente patogeno rilevato, la somministrazione di una terapia errata, oltre a non debellare la malattia, aumenta la "farmaco resistenza".
Questo il motivo per cui nella moderna conduzione degli allevamenti si é sostituita, al vecchio metodo, la pratica del "controllo pre-cova",
che consiste nel richiedere ad un veterinario aviario una visita nei
locali, che gli consentirà, attraverso l'osservazione diretta, di constare che i soggetti presentino
la normale vivacità, le feci sul fondo delle gabbie abbiano la giusta
consistenza e colorazione; a campione prendere in mano alcuni uccelli
per osservare il ventre (soffiando sulle piume). Segno negativo porrà
essere il fegato debordante dallo sterno, che ne denota l'ingrossamento,
anse intestinali visibili in trasparenza alla cute, ecc.
L'intervento
del professionista in genere non si ferma a questo, ma a prescrivere
mirate analisi di laboratorio, attraverso il prelevamento di campioni fecali (vedi "Malattie e parassiti").
Ultimata questa fase se, come si spera, non sono state individuate, patologie in atto oppure allo stato latente, si può procedere alla fase successiva per mettere i riproduttori nelle
migliori condizioni per affrontare lo stress della riproduzione, ricordandosi che la principale
norma da rispettare nella loro scelta è quella di formare solo
coppie fra soggetti sani e robusti.
Almeno
un mese prima di unirli iniziare la somministrazione con cadenza
trisettimanale di cibi a più alto
contenuto proteico, come i semi germinati, miscelati al pastone, a sua volta arricchito con integratori (vedi capitolo alimentazione); tutto questo per consentire alle femmine ben nutrite di
produrre delle buone uova ed ai maschi di mantenere alto l'estro. A deposizione avvenuta conviene ridurla ad 1 o 2 volte a settimana, in piccole
quantità, allo scopo di non appesantire il fegato ed ingrassare eccessivamente
i soggetti. Riprenderli a fornire giornalmente
alla nascita dei nidiacei
Due settimane prima della formazione delle coppie somministrare della vitamina E, che rinforza l’apparato genitale, migliorandone la
funzionalità e la difesa dalle infezioni.
Per le dosi seguire le istruzioni contenute nelle confezioni (in genere per 15gg.); il trattamento
può essere ripetuto, dopo l’accoppiamento, se si riscontrano problemi di
ritenzione delle uova oppure presenza di uova infeconde.
Comunemente
si crede che la vitamina E serva a stimolare l’estro, niente di più errato, l’effetto
ed i vantaggi sono solo quelli sopra descritti.
Alla somministrazione della vitamina E si può aggiungere per 5 giorni anche un preparato polivitaminico.
Eduardo Corsini (pubblicato 05/02/2013 - aggiornato 26/03/2015))