LA RIPRODUZIONE "IN PUREZZA" (senza l’ausilio delle “balie”)
La stesura
di questo argomento ha visto l’apporto dell’esperienza della D.ssa Alessandra
Negrini, che da parecchi anni adotta con pazienza e successo
esclusivamente questa tecnica di allevamento. Il ceppo che ha selezionato oggi
si riproduce al 70% “in purezza”.
L’allevatore che vuol dedicarsi a questa tecnica
riproduttiva, deve munirsi di molta costanza e non scoraggiarsi ai primi
insuccessi. In ogni modo proprio le difficoltà che s’incontrano e l’impegno
che si pone nel superarle sono gli ingredienti che, alla fine, accrescono la soddisfazione di avere
raggiunto l’obiettivo.
Preliminarmente
devo avvertire che il comportamento “in purezza” di ogni coppia è
soggettivo, inoltre la stessa coppia può comportarsi in modo diverso da
stagione a stagione, non solo ma anche nella stessa stagione, da deposizione a
deposizione. In altre parole non é possibile standardizzarlo, come non si
possono stabilire regole univoche. In
ciò quello che conta é l’intuito e l’esperienza dell’allevatore.
Illudersi di potere allevare completamente senza il supporto, almeno parziale, delle "balie", è una scelta che comporta spesso la morte di tanti esserini. Ritengo che il metodo più corretto, anche per etica ornitologica, sia quello di tenere di scorta alcune coppie di "balie", sia per osservare preventivamente l'attitudine parentale delle coppie di Gould, che per emergenza.
Posso
solo elencare la casistica più frequente nel comportamento dei Gould e le regole generali alle
quali mi attengo per applicare questa tecnica riproduttiva e nello
stesso tempo cercare di perdere meno nidiacei:
- formare coppie alla loro prima esperienza
riproduttiva, i cui genitori abbiano,
possibilmente, ma non necessariamente, allevato “in purezza”;
- utilizzare possibilmente nidi a ”doppia camera “;
- lasciare
la coppia ancora più
tranquilla dell’usuale;
- quando la
femmina inizia la deposizione, scambiare
man mano le uova con altre finte (per
la conservazione vedere “Allevamento con balie");
- a fine
deposizione collocare le uova sotto una coppia di “balie” in modo di studiare nel frattempo il comportamento dei
Gould;
se la
femmina del Diamante di Gould si
dimostra assidua covatrice ed il maschio si alterna nella cova si può
ritenere di essere sulla buona strada, pertanto un paio di giorni prima della
schiusa prevista, si ricollocano le uova dei Gould nel nido, per verificare
alla nascita se la coppia procede anche
all’imbecco dei nidiacei. Uso la procedura di rimettere le uova sotto i Gould verso il 10° giorno perchè ritengo che d'allora i genitori (di qualsiasi uccello) inizino a sentire il battito cardiaco dell'embrione, circostanza che li porta a concentrarsi nella cova e evitare il caso, abbastanza frequente, che intorno a quella data, non sentendo l'embrione, lascino le uova finte. I mio parere è che fare schiudere le uova direttamente sotto i Gould riduce molto il rischio che buttino i pulli fuori del nido;
viceversa
se la femmina del Gould non cova
regolarmente (spesso alcuni soggetti abbandonano le uova la notte, per
ricollocarsi nel nido di giorno), oppure dopo i primi giorni di cova inizia una nuova
deposizione, si lasciano le uova alle “balie” per non perdere la nidiata;
a schiusa avvenuta i Gould
possono presentare uno dei seguenti comportamenti:
se fin
dall’inizio imbeccano regolarmente i pulli, esistono buone
probabilità che porteranno a termine il loro compito, dimostrandosi quasi
sempre alla pari dei Passeri del Giappone; molti allevatori sostengono che i pulli
allevati dai Gould mutano prima e meglio, sono più robusti e sani, perchè i loro genitori naturali con l'imbecco trasmetto anticorpi che le "balie" non possiedono, al riguardo
però le opinioni sono contrastanti;
imbeccano
scarsamente, notandosi da subito che i nidiacei crescono male; in
questo caso si può tentare, nei primi giorni di aiutarli integrando
l’alimentazione dei genitori, con quella allo “stecco” (vedi pannello dx e sx) o
passandoli a turno sotto qualche coppia di “balie” con pulli della
stessa età; spesso dopo i primi due o tre giorni, i genitori naturali iniziano
ad alimentarli regolarmente;
interrompono
l’alimentazione dopo alcuni giorni (raramente dopo più di una
settimana), si cercherà di salvare i piccoli con le procedure elencate al punto
precedente;
i Diamanti
di Gould uccidono o buttano fuori del nido la prole appena
nata (generalmente è il maschio che si comporta in tal modo); se vengono
raccolti in tempo, scaldarli fornire loro una pappina tiepida per
rinvigorirli e ricollocarli nel nido, dopo avere allontanato il maschio,
sperando che la femmina proceda all’imbecco.
Conclusioni - Negli esempi elencati precedentemente non
conviene scartare immediatamente la coppia in quanto, come già detto, in
futuro potrebbero comportarsi regolarmente. Nell’ultimo caso, si può
tentare una seconda volta, oppure sostituire il maschio, che in genere è il
“killer”, ma se il “vizietto” persiste conviene scartare il soggetto, in quanto
non adatto alla riproduzione “in purezza”.
Ribadisco
comunque che l’obiettivo finale dovrà essere quello di selezionare solo
soggetti che almeno all’70% svolgano tutte le varie fasi della riproduzione
(cova, imbecco e svezzamento) in maniera del tutto regolare. Per raggiungerlo occorre
perseveranza ed attendere anche più di tre anni. E’ buona prassi tenere per
la stagione riproduttiva successiva SOLO soggetti novelli allevati in purezza, riservando quelli allevati dalle balie per le
mostre o per cederli.
Come
si può notare non mancano all’inizio le difficoltà, ma, una volta che
l’allevatore si è creato un ceppo di Diamanti di Gould che si riproducono “in
purezza” almeno al 70%, sarà largamente compensate dal vantaggio:
di
ottenere soggetti, più robusti, in quanto il
Diamante di Gould trasmette ai propri discendenti, attraverso la secrezione del
gozzo, sostanze nutritive ed anticorpi che i Passeri del Giappone non
producono;
del
minore numero di “balie” da mantenere; assistere all’affascinante spettacolo dei
Diamanti di Gould che, con grande amore, curano la loro prole, come tante
specie allevate comunemente e rinomate per essere ottime riproduttrici.
Il
primo anno
si verifica di sovente che una coppia di Gould allevi “in purezza”, solo una nidiata bisogna insistere l’anno
successivo ……è probabile che vada meglio!
In ogni
caso é consigliabile non fare allevare ai Diamanti di Gould più di due nidiate all’anno, smistando le
eventuali altre uova deposte sotto le “balie”.
Pur avendo la fortuna di possedere
Diamanti di Gould che allevano “in purezza”, ripeto è opportuno tenere sempre, qualche coppia di “balie” da utilizzare nei
casi d’emergenza o per ridurre lo “stress” dell’allevamento ai Gould
senza perdere dei soggetti.
Vorrei insistere sull’impegno che gli
allevatori, che intraprendono questa strada, devono dimostrare, non
scoraggiandosi ai primi insuccessi.
I Diamanti di Gould non
hanno perso l’istinto di allevare i loro nidiacei: si è solo attenuato, a causa del ricorso, ormai da molte generazioni, alle “balie”.
Facendolo riaffiorare
vedremo incrementare il numero di semplici appassionati che vorranno tenere in casa una
coppietta di Diamanti di Gould ed anche d’ornicoltori sportivi che si
dedicheranno a questa specie, com’è diffusissimo oggi che avviene con i
canarini di colore ……forse che il piumaggio dei nostri amici sfigura al
confronto?!
Inoltre agli ornicoltorii un ulteriore stimolo ad eliminare l’uso
delle balie nell’allevamento del Diamante di Gould, deve venire dalla finalità moderne del nostro movimento ornitologico di conservare nelle specie allevate,
anche l’integrità della loro capacità
riproduttiva.
L’ostacolo principale a
convincere - anche gli allevatori che si dedicano alle mostre ad allevare
“in purezza” - dipende dalle difficoltà di conciliare la selezione di buoni
soggetti che possiedono tale virtù, con quella di presentare, nel contempo, le
caratteristiche previste dallo “standard”.
Sono consapevole che un allevatore
di fronte ad un soggetto che non alleva
la propria prole, ma riscuote buoni piazzamenti nelle mostre, deciderà
senz’altro di non disfarsene e di passarlo egualmente alla riproduzione.
La tenera immagine di papà Gould e dei suoi figli
Eduardo Corsini
(pubblicato 19/02/2013 - aggiornato 30/03/2015)