A PREPARAZIONE ALLE MOSTRE
Con l’argomento precedente ho concluso l’esame delle varie fasi del
ciclo biologico dei nostri volatili. Adesso parlerò di quello che interessa
solo gli allevatori sportivi, cioè coloro che si cimentano nelle mostre
ornitologiche.
Anche in questo caso è necessario applicare alcuni accorgimenti, prima di
tutto per tutelare la salute dei nostri campioni, ai quali siamo affettivamente
legati, e consentire loro di affrontare senza rischi un’attività comunque
faticosa e stressante, indispensabile inoltre per presentarli nelle
competizioni in perfetta forma fisica ed estetica.
La
partecipazione alle mostre rappresenta per l’allevatore sportivo il momento
durante il quale potrà raccogliere i frutti del lavoro di un anno e vedere
realizzato il sogno della premiazione di un proprio soggetto.
Indipendentemente
dai risultati per ogni allevatore, e specialmente per un novizio, la
partecipazione alle mostre è sempre importante,
perché consente:
- di affinare le proprie
capacità di giudizio, raffrontando fra loro i soggetti esposti, facendo riferimento allo “standard”;
- valutare con maggiore
obiettività i propri, tenendo conto delle penalità
attribuite dal giudice;
- trarre indicazioni per gli
accoppiamenti da effettuare, onde eliminare i difetti riscontrati;
- attraverso i colloqui
con i giudici e gli altri espositori approfondire le proprie conoscenze.
I
preparativi per la partecipazione alle mostre devono iniziare almeno ad un mese
dalla prima manifestazione e si possono così elencare:
scegliere i soggetti che si
reputa, in linea di massima, possiedano caratteristiche conformi allo
“standard”; per quanto possibile, l’allevatore si dovrà estraniare dal
proprio ruolo e calarsi in quello del giudice, dimostrando di conoscere bene lo
“standard”;
collocare i soggetti da
scegliere nelle gabbiette da esposizione, nelle quali le caratteristiche
si evidenziano meglio che nelle gabbie o nei gabbioni, procedendo attraverso la
comparazione alla scelta definitiva;
nel caso si abbia intenzione di
partecipare a molte manifestazioni, è consigliabile selezionare un buon numero
di animali, per effettuare una certa rotazione, onde ridurne lo stress;
si potranno fare partecipare alle mostre meno importanti i soggetti di seconda
scelta, riservando i migliori per quelle
più importanti;
per abituare i Diamanti di
Gould, collocare le gabbie da esposizione in una posizione bassa e
frequentata, in modo che diventino più confidenti;
allo scopo di rinforzarne
l’organismo ed aumentarne le difese immunitarie, due settimane prima dell’ingabbio
iniziare la somministrazione due volte la settimana: di un preparato polivitaminico,
di pastone proteico e di uno dei prodotti a base di stimolanti del sistema
immunitario;
- fornire giornalmente il bagno;
- tagliare le unghia, se
troppo cresciute;
se i soggetti presentano le zampe
scagliose, applicare uno degli appositi preparati in vendita, con proprietà
emollienti;
al ritorno, dalla mostra isolare
per qualche giorno i soggetti, applicare un prodotto antiparassitario,
osservarli per controllare lo stato di salute e…….pregare che non abbiano
contratto patologie (*);
fra una mostra e l’altra
somministrare per qualche giorno vitamine e pastone proteico, per ricostituire
le forze dei concorrenti; lo stesso alla fine della stagione prima di
sottoporli alle nuove fatiche della riproduzione;
come ultima, ma non meno
importante indicazione, utilizzare per il trasporto contenitori di misura
adeguata, forniti di mangiatoia e beverino.
Le raccomandazioni che ho effettuato non devono far pensare che gli
uccelli che partecipano alle mostre corrono il rischio di un’ecatombe. Quando
raramente si verificano decessi la percentuale è bassissima e limitata a quei
soggetti dal fisico molto debole o che già nascondono patologie. Per questo
motivo non si dovranno mai ingabbiare soggetti che presentano il benché
minimo accenno di malessere o non si presentano perfettamente in forma.
(*) Quasi nessun allevatore effettua una quarantena rigorosa, che
dovrebbe prevedere, oltre l’isolamento per 40 giorni, anche l’esame
coprologico. Infatti il solo isolamento non è sufficiente in quanto la
patologia potrebbe annidarsi in un soggetto portatore sano (vedi capitolo "Malattie e parassiti").
Eduardo Corsini (pubblicato 01/03/2013 - aggiornato 02/04/2015)