In genere, ed in particolare
nel Diamante di Gould, il colore è determinato dalla combinazione, in diversa
misura, del “colore chimico” e del “colore fisico” (1).
Il Diamante di Gould
deve il suo eclatante cromatismo ed i sui caratteristici disegni al patrimonio
genetico, deputato a questo processo, molto più ricco di quello di tanti altri
uccelli.
In altre parole la Natura
si è comportata con il nostro estrildide
come il pittore, che miscela i colori base per ottenere le varie tonalità con
le quali vuole realizzare la sua opera d’arte: a mio parere non è azzardato
definire il Diamante di Gould come una piccola/grande opera d’arte della
Natura.
Si distinguono due tipi di
pigmenti: i lipocromi e le melanine.
- I lipocromi sono pigmenti, solubili
nei grassi, che trasportano nel sangue fino alle piume le sostanze coloranti (i
carotenoidi), metabolizzate dagli uccelli dopo averli assunti attraverso
l’alimentazione. Nel genoma degli uccelli esiste la capacità di
trasformare i carotenoidi in pigmenti gialli
(luteina) o rossi (di tipi diversi).
L’esempio
più evidente ci proviene dai canarini dove dai carotenoidi si ottiene il
giallo, in quanto questa specie allo stato naturale non ha il gene capace di
trasformarli in rosso.
Intorno
agli anni ’60 del secolo scorso, ibridando i Canarini Sassoni con il
Cardinalino del Venezuela, si ottenne la “traslazione” del gene di
quell’esotico, capace di trasformare i carotenoidi in pigmento rosso; il
risultato di questa operazione di “genetica ornitologica” fu la creazione
dell’attuale razza dei “Canarini di Colore”. Comunque questo gene nel canarino
presenta una ridotta capacità, di conseguenza è necessario integrare
l’alimentazione naturale con coloranti di sintesi. A sua volta il Cardinalino negli
alimenti forniti in cattività non trova gli stessi componenti che in Natura gli
consentono viceversa di avere lo splendido piumaggio rosso che ammiriamo,
quindi si deve ricorrere ugualmente, anche se in misura ridotta, alla
colorazione artificiale.
Il
Diamante di Gould per nostra fortuna non necessita di
coloranti di sintesi per ottenere il rosso della maschera o il giallo presente
nelle altre parti del piumaggio, bastano le sostanze contenute in una buona alimentazione
che normalmente forniamo.
- Le melanine sono
granuli microscopici, prodotte da
cellule della pelle dette melanociti, situate nel derma e nella papilla delle penne; da qui entrano nell'epidermide e
nelle penne in formazione, colorandole di bruno o di nero. Si tratta di
un complesso processo biochimico “pilotato” da numerosi geni presenti nel patrimonio genetico che ne
determinano, fra l’altro, il grado di pigmentazione e di ossidazione, la loro
localizzazione (zona di elezione), ecc. Intervengono numerosi enzimi ed
amminoacidi, fra i quali uno dei più importanti la tirosina (2).
Le melanine si distinguono
a loro volta in:
Eumelanine che
attribuiscono al piumaggio i colori dal nero al bruno, a
seconda delle dimensioni dei granuli. Questa l’opinione prevalente, ma c’è
una voce discorde fra gli studiosi, secondo la quale le EU sarebbero soltanto
nere e la loro rarefazione potrebbe tutt'al più dare il grigio, mai il bruno. Comunque
noi allevatori siamo ormai abituati a dire: EU nere ed EU brune, che potrebbe
essere una semplificazione di comodo.
Feomelanine che
a differenza delle EU che hanno
composizione chimica abbastanza uniforme, la loro non lo è per niente. Il
colore che le FEO attribuiscono al piumaggio va dal giallo-ocra al rosso ruggine,
anche in questo caso per la diversa concentrazione (nel Diamante di Gould solo
il bruno ruggine).
Recenti analisi di laboratorio hanno dimostrano che molto
raramente esistono esempi di melanina estratta da un tessuto animale che
contenga solo EU o solo FEO; ciò
indica, ad esempio, che anche in un piumaggio apparentemente nerissimo (Corvo,
Merlo, ecc.) è contenuta una certa quantità di FEO, la quale resterebbe
mascherata dal nero della EU, fortemente coprente.
Abbiamo
visto come i pigmenti che colorano il piumaggio della maggior parte degli
uccelli, sono di un numero molto limitato. L’unica eccezione la troviamo nella famiglia
dei Musofagini,
nome volgare Turachi, la cui livrea
è in genere verde, azzurra o violacea, dove il loro colore verde, l'unico realmente
verde tra gli uccelli, è dato dalla “turacoverdina”
un pigmento a base di rame. I “verdi” che ammiriamo in tutti gli
altri uccelli sono infatti il risultato della combinazione tra pigmenti gialli,
come i carotenoidi, e la struttura prismatica delle stesse penne, che scinde la
luce in modo tale da ottenere il colore verde (effetto Tyndall). Nei Turachi anche
il “rosso” è dato da un pigmento, la “turacina”, diverso da quello degli altri
uccelli (carotenoidi).
Nel piumaggio possono esserci
delle variazioni (sia di tipo ereditario sia non ereditario) molto rare, che
vanno perciò a comporre un piumaggio
anormale o aberrante.
Un tipo di piumaggio anormale
è il leucismo (dal
greco leucos, bianco), dovuto ad un gene, nella maggior parte dei casi recessivo, che conferisce un colore bianco al
piumaggio, si può presentare sia in modo parziale che totale, comunque gli occhi dei soggetti interessati
mantengono la normale pigmentazione.
Nell’albinismo al
contrario la mancanza di pigmenti, oltre che in alcune parti o nella totalità
del corpo, è presente anche nell’occhio. Nel linguaggio comune il leucismo e
l’albinismo vengono raggruppati nel termine schizocromismo.
L'ipermelanismo definisce
invece un eccesso di colori neri o scuri, per la presenza di emumelane supriore al normale.
Per finire l'eritromelanismo
indica, invece, l'eccessiva presenza di melanine rosse o marroni, che variano
perciò il colore del piumaggio; ma questo fenomeno non è stato ancora
riscontrato nel Diamante di Gould.
Sono entrato direttamente
nell’argomento colore del piumaggio senza accennare alla distinzione fra penne e piume, alla loro struttura morfologico-anatomico
ed alla funzione. Ritengo che un allevatore debba, almeno per sommi capi,
averne conoscenza. Consiglio quindi leggere la pagina sull’argomento (cliccare) .
(1) Nel Diamante di Gould quest’effetto è particolarmente evidente
nelle piume del petto, dove il pigmento depositato, una eumelanina “ruggine”,
per effetto della diffrazione viene percepito dal nostro occhio come “viola”.
Anche nella mutazione Blu entra in gioco l’effetto Tyndall, infatti il
piumaggio viene percepito di questo colore, in quanto mancando nelle piume del dorso il
pigmento lipocromico giallo (in quanto inibito dalla predetta mutazione) il colore è solo quello
“fisico” derivante dalla struttura delle piume; questo è il motivo per cui il
piumaggio del Gould è definito “a struttura blu”
(2) Accertarsi che negli integratori per la muta in commercio che
forniamo ai nostri uccelli, sia presente anche questo importante componente.
Eduardo Corsini (pubblicato 18/05/2013 - aggiornato 08/04/2015)