March 27, 2023 Register Login 
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LE FORME MUTATE  -  PREMESSA



  Nel capitolo “La Genetica e l’Ornitologia” ho spiegato che il compito dei geni è quello di trasmettere alla discendenza i diversi fattori, che caratterizzano, la struttura esteriore (fenotipo) e quella genetica (genotipo).

  Nella stragrande maggioranza dei casi, i fattori ereditari si trasmettono senza subire variazione da genitori a figli; ma a volte può verificarsi in uno dei geni un’alterazione, che provocherà all’atto della procreazione, la trasmissione del fattore “mutato”; si dice in questo caso che trattasi di un “gene mutante”. E’ ovvio che il caso che ci interessa nell’allevamento del Diamante di Gould è quello della mutazione del colore.

  Convinzione generalizzata è quella di considerare le mutazioni come un fenomeno tipico degli uccelli allevati in cattività; non è infrequente invece che si verifichi in natura.

  In genere gli individui che subiscono una mutazione in natura sono svantaggiati rispetto ai conspecifici, o perché più deboli, o perché le loro nuove caratteristiche li rendono più vulnerabili ai predatori, ma un altro motivo è quello di venire, in genere, rifiutati dall’altro sesso, con la conseguenza di non produrre discendenza; pertanto le mutazioni in natura quasi sempre si estinguono in breve.

  Al contrario un allevatore che ha la fortuna di ottenere, da una coppia normale, un soggetto mutato, riserverà a questo le maggiori attenzioni, destinandolo alla riproduzione e ponendo in essere le tecniche di accoppiamento più opportune per “fissare la mutazione”. 


 

   La tecnica per “fissare una mutazione” più comunemente usata consiste nell’accoppiare i figli con il genitore dell’altro sesso; questo primo passo ci dovrebbe già consentire dai risultati ottenuti, in prima generazione, di comprendere il tipo di mutazione di cui trattasi: mendeliana oppure sessolegata.

  Acclarato questo elemento si procede, reincrociando la discendenza per ottenere il massimo numero possibile di soggetti affetti dalla nuova mutazione o portatori. A questo punto conviene inserire dei soggetti ancestrali, per rinsanguare il ceppo.

  Come si evince si tratta di una procedura complessa, riservata ad allevatori esperti e con buone conoscenze di genetica………ma anche un buon pizzico di fortuna non deve mancare. Coloro che vogliono approfondire l’argomento mutazioni possono rileggere il capitolo “La Genetica e l’Ornitologia”.


 

  Coloro alle loro prime esperienze di allevatori del Diamante di Gould non devono comunque scoraggiarsi; infatti nel allevamento di questo esotico i problemi sono minori e più facili da comprendere ed affrontare, rispetto a quelli che si presentano in altre specie.

  Al riguardo cito quanto Massimo Natale fa osservare, in un suo interessante articolo, pubblicato sulla rivista Alcedo: “…l’incidenza dei diversi geni mutanti sul fenotipo del canarino, lascia spesso alcune perplessità, specie nel neofita, che oltre a comprendere i diversi effetti dei geni mutanti ed i relativi meccanismi ereditari, deve anche districarsi tra tipi e varietà, non riuscendo a volte nell’impresa di percepire il reale effetto delle mutazioni sulle melanine. (omissis) Le specie indigene, invece,  in virtù del loro genotipo ancora relativamente vergine, meglio si prestano alla comprensione di tali processi (meccanismo di trasmissione ereditaria, reale effetto indotto dal gene mutante sulle melanine), se non altro per la possibilità del raffronto con un ancestrale, cosa invece praticamente irrealizzabile in canaricoltura. Ideale in tale senso si rivela la specie Carduelis carduelis (Cardellino), la cui forma ancestrale è caratterizzata da una netta distinzione tra zone feomelaniche  e zone eumelaniche”.


  I vantaggi sopraccitati che offre il Cardellino - netta distinzione delle “zone” nella forma ancestrale - si presentano ancora più evidenti nel Diamante di Gould, unite alle relativamente poche mutazioni ancora oggi fissate e  riconosciute.


  Le mutazioni ad oggi riconosciute e standardizzate nel Diamante di Gould danno luogo ai seguenti fenotipi ben definiti geneticamente e fenotipicamente:

  • Diamante di Gould Petto bianco;   (pubblicato il 10/09/2013)                 
  • Diamante di Gould Blu;       (pubblicato 20/09/2013)      
  • Diamante di Gould Pastello, mutazione semidominante legata al sesso, nel quale bisogna distinguere dal pastello propriamente detto, il Pastello singolo fattore,  presente  ovviamente solo nei maschi; (pubblicato 29/09/2013)
  • Diamante di Gould Petto chiaro, riconosciuto dalla C.O.M. e in Italia solo dal Club di Specializzazione; (pubblicato 23/10/2013)
  • Diamante di Gould Lutino, riconosciuta prima dalla C.O.M. e nel 2013 anche dalla F.O.I.; (pubblicato 07/11/2013)

 

  Bisogna distinguere fra mutazioni, elencate sopra e combinazioni fra esse. Le mutazioni sono quelle che producono un solo effetto mutante; sono invece definite combinazioni, quelle determinate dall’effetto di due o più mutazioni: il fenotipo che ne risulterà presenterà le caratteristiche comuni alle due o più mutazioni interagenti fra loro, con il risultato visivo, talvolta, amplificato dall’effetto mutante.


  Le più comuni combinazioni fra mutazioni sono:

 

  Cliccando su ogni singolo fenotipo si aprirà la pagina dove ognuna viene trattata specificatamente.


   Tratterò brevemente le nuove mutazioni apparse di recente, ancora allo studio e di conseguenza non standardizzate.


 Vi ricordo che nella premessa all’Ancestrale ho fatto notare che per le mutazioni parlerò solo delle differenze di colore, in quanto tutte le altre parti non si discostano dal primo, al quale potete fare riferimento.




  Eduardo Corsini                                     (pubblicato 15/09/2013 - aggiornato 11/04/2015)

 


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