Nello giugno del 2008, presso la
nota uccelleria Lodato di Cialavegna (Pavia) individuai in un gabbione, fra
tanti Diamanti di Gould, un soggetto mutato “Blu”, con la maschera, anziché ocre, di un bell’arancio caldo. Osservandolo attentamente mi resi conto che
anche il dorso ed il ventre differivano dalla predetta mutazione: si presentava
di tonalità verde-mare (simile a quella del Diamante Pappagallo mutato
“Avorio”), il ventre denunciava presenza di luteina in quantità intermedia fra
quella dell’Ancestrale e quella del Petto bianco. Ne deducevo che molto
probabilmente si trattava della mutazione “Avorio” della quale avevo sentito
parlare che si era già manifestata da tempo, ma solo poche volte e senza mai essere
stata “fissata”.
Una vecchia edizione del Club
dell’Esotico ne faceva cenno con queste parole: “…se a prima vista i soggetti appaiono dei pessimi Gould a fattore
Blu, nel maschio si nota all’altezza della nuca una certa colorazione verdastra
(che sta ad indicare ancora la presenza di una certa quantità di pigmento
giallo, fatto non possibile in soggetti mutati Blu), anche il piumaggio del
ventre presenta una certa quantità di luteina gialla, mentre, aspetto
certamente più eclatante, è la maschera di colore rosso (tonalità tendente al
rosso mattone anziché rosso scarlatto come nell’ancestrale). Certamente questo
soggetto non può essere classificato quale Blu, in quanto il fattore mutato
alla base di tali soggetti impedisce la presenza anche in minima quantità del
carotenoide giallo (luteina). In soggetti Blu non è possibile notare alcuna
traccia di pigmento gialla e, di conseguenza, di quello rosso da cui
quest’ultimo deriva. La maschera, in soggetti Blu geneticamente testa rossa o geneticamente testa gialla, è immancabilmente di colore giallo ocre più o
meno chiaro a seconda della presenza di pigmento di origine melanica (feomelanina),
mentre il becco non presenta alcuna sfumatura gialla o rossa. (omissis)….su
questo “fattore” che, per il momento, possiamo definire con il termine di
comodo di Pseudo-Blu, non abbiamo
grandi dati di allevamento, sebbene diverse volte si siano notati soggetti che
presentavano, più o meno evidente, tale caratteristica.”
La descrizione del Club
dell’Esotico si attagliava perfettamente a quella del soggetto da me notato, di
conseguenza non indugiavo ad acquistarlo; ma alla fortuna iniziale di esserne
entrato in possesso è seguita pari sfortuna, in quanto a settembre, nonostante
il soggetto godesse ottima salute, improvvisamente è deceduto
Ho richiesto alla facoltà di
Veterinaria dell’Università di Bari l’autopsia della quale riporto il contenuto
della certificazione rilasciatami. “Dall’esame
autoptico il soggetto si presentava in stato di nutrizione normale. Erano presenti a livello di entrambi le
narici macchie di sangue che agglutinavano le piume circostanti. Dopo
scuoiamento, veniva rilevata la presenza di ematomi a livello della coscia
sinistra ed, in sede toracica, delle masse muscolari di sinistra. L’apertura
della cavità toraco-addominale evidenziava un cospicuo versamento emorragico in
addome in sede perivescicale riferibile alla rottura dell’aorta addominale. Gli
esami batteriologici effettuati su terreno di arricchimento e selettivi a
partire da fegato, milza e sangue del cuore non hanno evidenziato la presenza
di alcun agente patogeno specifico. Il decesso del soggetto esaminato è
riconducibile ad emorragia post-traumatica”
Nonostante si trattasse di un
soggetto affatto forastico, ho ipotizzato che possa avere battuto violentemente
nella gabbia.
Per approfondire le mie
conoscenze consultai un sito belga dove, nella foto di una giovane femmina testa rossa, il dorso
veniva definito come verde/mare, precisando che nei soggetti con queste
caratteristiche le sfumature di colori possono essere molto variabili. Si
affermava che spesso sono le femmine che più si notano a causa del loro velo
blu e del ventre schiarito. Anche in Belgio non esistevano dati sull'eredità genetica in
materia ed in attesa, che la Commissione Tecnica
del B.N.E.C facesse delle prove per
conoscerne l'ereditarietà, erano classificati come “modifiche del colore”.
Dalle scarse voci raccolte in
Italia, già in mio possesso, sapevo che era stata considerata come una
mutazione sessolegata, allocata in un gene diverso da quella Blu, alla quale
fenotipicamente si avvicina.
Oltre al motivo che questa
mutazione sia stata individuata raramente, ritengo che la causa più banale
possa essere stata che i soggetti siano stati scambiati per pessimi Ancestrali,
molto inquinati di blu, oppure per pessimi Blu.
La conferma a questa mia ipotesi
è venuta dalle parole dell’allevatore, di provenienza del mio soggetto, con il
quale mi misi in contatto. Ho ricevuto il seguente e-mail: “Tre anni fa da una coppia di Blu testa nera
mi nacque un soggetto color verde smeraldo e con la testa di un arancio molto
marcato. Lo feci notare ad alcuni amici, ma tutti mi dissero che alla muta
successiva sarebbe tornato “normale”. L’anno seguente è stato accoppiato con la madre e da questa coppia ho
ottenuto solo soggetti Blu a testa nera. Visto che il colore originario del
soggetto dopo la muta non cambiò, decisi di accoppiare fra loro fratello e
sorella in quanto potenziali portatori della mutazione. Da questo accoppiamento
sono nati 12 soggetti di cui 4 Blu testa nera e testa arancio ed 8 tutti testa
arancio, con il dorso verde smeraldo. Purtroppo all’inizio del mese di giugno, per
motivi familiari, ho dovuto cedere in blocco ad un’uccelleria, tutti i miei
Gould, per cui non so dove siano andati a finire i mutati “avorio”. Purtroppo
non sono stati capiti ed adesso il rammarico di avere dato via i miei Gould senza
essere riuscito a condividere con altri allevatori la mia esperienza diventerà
ancora più pesante, ma….pazienza”
Il racconto dell’allevatore,
del quale non pubblico il nome per motivi di privacy, che abita, se ben ricordo, in Piemonte, non dissipò i dubbi
sulla natura genetica della mutazione.
Tenuto conto della scarsa
casistica disponibile e della caratteristica fenotipica si potrebbe ipotizzare
che sia stata accostata frettolosamente a quella del Diamante Pappagallo
(sessolegata), mentre nel Gould potrebbe allocare in un gene autosomico.
Dopo la sfortunata conclusione
del mio primo Gould “Avorio”, alla mostra scambio del Mondiale di Piacenza ho individuato un altro
soggetto, che ho subito acquistato.
Si presentava meno tipico del
precedente, ma sul dorso il colore verde-mare, anche se meno esteso, era
chiaramente percepibile. Il ventre era della stessa tonalità del precedente,
mentre la maschera rispetto all’Ancestrale testa rossa era di un rosso più
sbiadito, con tendenza all’arancio.
L’allevatore della zona
Franciacorta precisò che proveniva da una coppia di Ancestrali, che non gli
risultavano portatori di fattore Blu, in quanto non ne avevano mai generato; aggiunse che il
soggetto allo svezzamento aveva un
piumaggio giovanile simile a quello dei “Blu”, tanto che era convinto che fosse
di quella mutazione, ma dopo la muta assunse l’attuale colorazione.
Il soggetto acquistato a Piacenza
dopo la muta 2009 perse le caratteristiche dell’Avorio, presentando solo pochi
riflessi azzurri sul dorso. Dall’accoppiamento successivo con una mia femmina
ancestrale nacquero 2 maschi e 2 femmine non mutate. Il padre dopo la seconda
muta si presentava ormai come un ancestrale con lieve inquinamento di azzurro.
In seguito dalla prole della
discendenza, accoppiata anche con il padre, sono nati tutti soggetti
ancestrali, alcuni anche di buona qualità.
Avevo elaborato queste note nel
2010, ma ho desistito dal pubblicarle in attesa che fossi venuto a conoscenza
di qualche nuovo caso, che desse la possibilità di fornire notizie più precise.
Questa opportunità mi si è
presentata solo nell’aprile 2012, quando ho ricevuto un email da un allevatore,
Luciano Marzemin, il quale mi chiedeva se ero a conoscenza della mutazione
“Verdemare” del Diamante di Gould.
Nel suo allevamento negli ultimi
due anni erano nate nove femmine con una colorazione del dorso di un verde diverso,
tendente al colore del mare e due maschi probabili portatori, che, successivamente
accoppiati fratelli per sorelle, generavano una quindicina di soggetti tra maschi e
femmine “Verdemare”, più alcuni portatori. Terminata la muta aveva individuato
cinque o sei maschi, sia a petto viola che bianco. Il suo dubbio riguardava
questi soggetti se fossero una mutazione o solo degli scarti.
Ho risposto portandolo a
conoscenza di quanto mi era noto sull’argomento ed inviandogli le foto in mio possesso.
Ha fatto seguito al mio messaggio
per ringraziarmi, affermando che dalle foto aveva avuto conferma che i suoi
soggetti erano dei “Verdemare”. Ha anche esternato la sua opinione sulla la
mutazione che “riteneva legata al sesso e
in qualche modo al Blu”.
Aveva formato tre coppie: 1)
maschio PB/VM t/r x femmina VM PB t/r; 2) maschio PB/VM t/r x femmina
VM t/r; 3) PB/Blu/VM t/r x VM
PB t/r. Da questa ultima coppia otteneva una femmina Blu t/c e alcune femmine VM una di queste ha quasi
completato la muta e presenta una tonalità di VM che si avvicina al blu il
petto era bianco ed i fianchi di un bellissimo avorio tenue. A quella data i
soggetti in suo possesso erano 5 femmine VM e 3 maschi portatori VM vecchi, 10
femmine VM 5 maschi VM 3 maschi portatori VM giovani.
Dopo questo scambio di messaggi è
trascorso un lungo periodo di silenzio, fino a quando lo scorso anno nel corso
di una telefonata l’amico Sergio Lucarini mi riferiva di avere parlato con
Luciano Marzemin di questa mutazione. All’epoca con Sergio collaboravamo allo
studio di una nuova mutazione la “Testa blu”, apparsa da circa 2 anni a Cuba,
che sembra si stia manifestando anche in Italia, sull'argomento potete leggere un articolo (cliccare).
Sergio mi assicurava che appena
possibile avrebbe effettuato una visita da Marzemin per visionare i suoi
soggetti “Verdemare”. La spedizione si è realizzata nel mese di luglio 2013 ed
ha costituito oggetto di un articolo su Italia Ornitologica 11/2013, al quale
rimando. I lettori che non dispongono della copia della rivista FOI, possono leggerla cliccando.
La “spedizione” organizzata da
Sergio Lucarini comprendeva tecnici di prim’ordine, ben noti agli appassionati
allevatori di esotici: Emilio De Flaviis, Enrico Fiori, Luigi Montini, Gianluca
Moroni e Manuele Piccinini, le cui conclusioni sulla mutazione “Verde mare”
meritano di essere condivise.
Prima
di chiudere questo articolo mi sono messo ulteriormente in contatto con Luciano
Marzemin per chiedergli aggiornamenti sull’ultima tornata riproduttiva.
Tra
i vari soggetti che gli sono nati ha notato che alcuni presentano una tonalità
del dorso moto scura ed aspetta la conclusione della muta per vedere
l'effetto “avorio”. A suo parere la tonalità più tipica del dorso si riscontra
nelle femmine testa nera petto bianco. A conferma mi ha inviato delle foto che
pubblico volentieri e che gli danno ragione.
Gli
allevatori olandesi, con i quali ha avuto contatti, non sono d’accordo che
trattasi di mutazione sessolegata, affermando che nel loro paese viene
considerata come mutazione recessiva, legata alla Blu (??).
Marzemin per avere conferma della sua tesi, ha effettuato quest’anno ulteriori incroci, che
gli hanno dato la certezza assoluta della sua convinzione. Marzemin
annota scrupolosamente gli incroci fin da quando ha iniziato la selezione
mirata a fissare la mutazione. Procedimento che l'altro allevatore piemontese, a suo tempo, non mi
ha informato di avere adottato, ritengo quindi che i suoi Gould Avorio, possano
essere discendenti, a sua insaputa, di qualche Ancestrale portatore. A mio parere pertanto la tesi di Marzemin, che trattasi di mutazione legata al sesso, è del tutto attendibile.
Andrebbe
a merito di un allevatore italiano se sulla genetica della mutazione “Avorio”
si possa, dopo tanti anni, scrivere la parola conclusiva.
Il
lavoro di selezione è stato svolto egregiamente da Marzemin, al quale mi
permetto di consigliare di concentrarsi nel fissare, quelle che dovrebbero
essere le migliori caratteristiche fenotipiche della mutazione, sui soggetti
petto classico, in quanto questi saranno presi in esame a suo tempo per il riconoscimento da parte della CTN.
Condivido che in combinazione con la Petto bianco un soggetto “Verdemare” può presentarsi
più accattivante, ma lasciamo in seguito agli allevatori la scelta di quali
soggetti allevare.
Con questo concludo sperando che con
il riconoscimento a breve, questa interessante mutazione del Diamante di
Gould non cada nel dimenticatoio come in passato.
Lecce, 8 aprile 2014 (aggiornato 02/02/2015) Eduardo Corsini