Dibattito SULLE NUOVE
MUTAZIONI ALLO STUDIO
Il Club del Diamante di Gould
nell’ambito della Specialistica che si è svolta a Lanciano dal 24 al 28
settembre, ha organizzato, fra i giudici presenti, un dibattito sulle nuove
mutazioni, che sempre più frequentemente interessano il nostro estrildide.
Gli allevatori erano stati invitati a
presentare alla mostra anche i soggetti che, a loro parere, ne erano affetti. Ne sono stati esposti ben 25, che sono stati oggetto di molto
attenzione dai qualificati esaminatori, che avevano il compito di esprimere un
parere motivato, non sulla qualità, ma sulle caratteristiche che li
differenziavano dagli standard previsti e se questo era da attribuire ad una
eventuale mutazione genetica.
La discussione è stata aperta da
Francesco Faggiano, attuale Presidente della C.T.N.- I.E.I. il quale ha voluto
informare brevemente l’uditorio sulle linee alle quali si ispirerà il lavoro
dell’organo tecnico di recente elezione. Sull’argomento Vi rimando all’articolo
che ho pubblicato su questo sito il 16 ottobre scorso (cliccare).
Testa corallo - La mutazione,
fissata e presentata da Luigi Montini, è una di quelle che di più ha acceso la
discussione. La proposta di considerarla come un
forma intermedia fra la testa rossa e la gialla, ha trovato De Flaviis contrario. A suo parere
si tratta di una nuova varietà, che definirebbe come la quarta del Gould, che in
altre parole si presenterebbe con 4 polimorfismi e non con 3 come ritenuto fino
ad ora. La sua convinzione si basa sul fatto che il soggetto si presenta
diverso solo nel colore della maschera, dove si verifica un abbattimento del
lipocromo, tutte le altre parti del corpo non presentano variazioni rispetto
all’Ancestrale. Faggiano condivide l’ipotesi di De
Flaviis precisando la possibilità che il gene interessato è quello che agisce
solo sul colore della maschera. Montini è intervenuto per precisare
che si è dimostrata trasmissibile. Faggiano ha chiuso la discussione
ritenendo che per il momento è preferibile lasciare in sospeso le conclusioni,
in attesa di ulteriori riscontri.
Verdemare – Un’altra mutazione che è
già presente in alcuni allevamenti italiani da molti decenni, senza mai essere
stata studiata e fissata, comunemente è denominata “Avorio”, in quanto
geneticamente produce gli stessi effetti che in altre specie. Quella che più si
avvicina anche fenotipicamente a quella del Gould è del Diamante pappagallo;
chi volesse approfondire l’argomento può leggere l’articolo del 8 aprile 2014 su questo sito.
Di recente è stato l’allevatore
Luciano Marzemin a dedicargli la sua attenzione; purtroppo non è potuto venire
a Lanciano a portare i soggetti e rendere la sua testimonianza.
I Verdemare presenti erano due: uno
di Montini, testa nera petto chiaro, e l’altro testa rossa, petto viola di
Malvuccio. Quest’ultimo soggetto si presentava molto stressato e con il
piumaggio scomposto, ritengo a causa del trasporto; lo avevo visto in una foto
alcuni mesi fa dove si presentava benino. Pubblico anche questa immagine per
consentire di valutare meglio la mutazione.
Più efficace, che il mio resoconto della
discussione, rende il pensiero del gruppo dei giudici sintetizzato nel
cartellino redatto, che pubblico in basso.
Sono particolarmente soddisfatto del
nome “Verdemare” da attribuire, in quanto indirizza meglio gli allevatori sulla
migliore cromia da selezionare. Con l’occasione ho pregato Faggiano,
di esaminare la possibilità che la CTN-IEI modifichi il nome della “Petto
chiaro” in “Petto lilla” già adottato in sede COM-OMJ. Molti allevatori ne confondono
la tipicità con un petto poco saturo di feomelanina; mentre la mutazione in
questione si caratterizza per la cromia diversa.
Gouldino - Sono stati presentati
cinque soggetti con queste denominazione. Unanime è stato il giudizio dei
tecnici nell’affermare che non è una mutazione, ma si tratta di normali
Diamanti di Gould ottenuti selezionando….. “verso il piccolo”.
Faggiano ha precisato che i altri
termine si tratterebbe di un Gould di “forma”. La CTN-IEI da sempre non ha mai
preso in considerazione questi indirizzi selettivi e quella da lui presieduta
non ritiene che sia disposta a cambiare.
Non nascondo la mia perplessità quando
il giorno dell’ingabbio ho visto questi soggetti. Spero che l’allevatore non se
ne abbia a male ma, con la schiettezza che mi è propria, devo dire che mi sono
sembrati degli uccelli da €.20 facilmente reperibili in qualche uccelleria non
ben fornita. Tempo addietro ne ho parlato telefonicamente, senza avere visto
materialmente i soggetti, con l’amico Piergianni Amerio, il quale ha ipotizzato
che potesse trattarsi di un ceppo giapponese, popolo amante del piccolo che……
ha creato i ponzai e nelle donne apprezza il “piedino”.
Ma aldilà di ogni fantastica
spiegazione, condivido l’interpretazione data dai giudici e la scelta della
CTN-IEI di non assecondare tendenze allo snaturamento della leggiadra ed armoniosa forma del
Diamante di Gould, come purtroppo avviene in altre specie di allevamento.
Testa blu - E’ stato preso in esame
il soggetto presentato da Frascerra, un Pastello SF con la maschera blu.
Questi soggetti da alcuni anni sono
allevati dal cubano Juan Farratt, con il quale da tempo sono in contatto via
web. Sull’argomento si è discusso a lungo anche sul Forum del Passero del
Giappone, con alcuni qualificati tecnici ed allevatori italiani, chi vuole
approfondire può leggere l’articolo del 1 novembre 2011 su questo sito. Comunque sempre più spesso si notano anche negli
allevamenti nazionali.
Rilevato che questo particolare
colore di maschera si è manifestato fino adesso, solo sui “Pastello” si è
ritenuto che non sia opportuno parlare di mutazione, almeno fino a quando non
si otterranno anche degli ancestrali con questo colore di maschera. L'ipotesi più probabile è che la nuova cromia della maschera sia stata ottenuta per selezione solo sulla mutazione Pastello, dove produce una riduzione della eumelanina che combinata alla struttura delle piume della testa, determina questa colorazione, maggiore o minore da soggetto a soggetto.
Un allevatore ha presentato per il
giudizio un Gould dalla gola bianca; l’anomalia notata dal giudice che lo ha preso in esame è stata
segnalata alla commissione che ha ritenuto opportuno esaminare il soggetto e parlarne nel corso del dibattito.
Alla fine si è ipotizzato che si
tratti di un gene che governa solo la gola ed il filetto e si è consigliato
all’allevatore di accoppiare in consanguineità per studiarne ulteriormente gli
sviluppi, (non è stato stilato un cartellino).
Infine vorrei esprimere sommessamente
il mio personale parere di amante di questo splendido estrildide sul tema delle
sue mutazioni, con la presunzione di interpretare anche quello di molti altri allevatori. Premesso che dalla mia esperienza di tanti anni di allevamento
mi sono fatto la convinzione che i motivi per il quale il Diamante di Gould
riscuote la preferenza sempre più crescente fra i nuovi allevatori sono due.
Nella forma ancestrale la forte cromia dei colori, racchiusi in disegni ben
evidenti; le dimensioni contenute, la forma leggiadra ed il comportamento vivace,
ma non forastico.
Altro fattore positivo il numero
ancora contenuto delle mutazioni che modificano la colorazione, magari
attenuandone gli smaglianti colori di partenza, ma conservando comunque appariscenti
cromie. Anche nelle espressioni più diluite se ben selezionate non vengono
annullate del tutto, ma conservano una delicata presenza nelle zone di
elezione.
Mi auguro che non prevalga una “corsa
alle nuove mutazioni” per non cadere nell’errore di altre specie di
allevamento, come nei canarini dove, nelle discussioni degli esperti, pur di sostenere
la presenza di nuova sembra, si…… “taglia il capello in due”. Quest’andazzo ho
la sensazione che stia stancando molti allevatori che alla fine ne hanno
abbandonato l’allevamento, oltre ai nuovi che ne evitano la scelta in partenza.
Con questo non voglio che si pensi che
sia contrario a riconoscere nuove mutazioni del Diamante di Gould, ma spero che
si scelgano fra quelle che presentano caratteristiche precise di distinzione
dalle altre e dopo che gli allevatori comincino a dimostrarne un certo
interesse.
Quest’incontro così interessante per
l’alto contenuto tecnico, ha permesso ad alcuni dei più qualificati esperti
italiani di confrontarsi, traendone conclusioni che consentiranno agli
allevatori di dedicarsi alle nuove mutazioni con cognizioni genetiche e non
solo con passione.
Questo dimostra che la strada
intrapresa dal Club del Diamante di Gould, di affiancare alle Mostre
Specialistiche iniziative come questa, è quella giusta per dare impulso
scientifico all’allevamento del nostro estrildide, aumentandone sempre più l’interesse
non solo fra gli allevatori di esotici.
Mi auguro che terminata la stagione
mostre in corso ci si possa rivedere per trattare un nuovo interessante
argomento.
Lecce, 27 ottobre 2014 (aggiornato 09/02/2015) Eduardo Corsini