LANCIANO 2015 - SPECIALISTICA
DEL DIAMANTE DI GOULD
Come la scorsa edizione l'evento è stato ospitato nel bel padiglione messo gentilmente a disposione dall'Ente Fiera.
La
specialistica di Lanciano è ormai un avvenimento del mondo ornitologico
consolidato e che ci riserva ogni edizioni sempre nuove sorprese, per cui ritengo che meglio delle parole si
esprimano i numeri.
Nel 2013,
primo anno della Presidenza Di Biase, gli ingabbi sono stati 833, gli
espositori 62, con una percentuale media del 15% per allevatore. Nel 2014
ingabbi 1141, con un incremento di 308 soggetti pari al 37% in più sull’anno precedente; non dispongo
dati sul numero degli espositori. Quest’anno i soggetti esposti son stati 1428,
più 287, 25%; gli espositori 106, più 44 sul 2013, pari a 71%.
I dati che
ho riportato non abbisognano di commenti; vorrei solo sottolineare il forte
incremento degli espositori, che dimostra l’interesse riportato sull’intero
territorio. A conferma indico la suddivisione per regione di provenienza: Abruzzo
22, Campania 22, Sicilia 13, Lombardia 10, Lazio 9, Marche 7, Emilia Romagna 7,
Calabria 5, Basilicata 3, Toscana 2, Puglia 2, Liguria 1, Veneto 1.
Questo grazie al convogliamento ben organizzato ed all’impegno faticoso dei
convogliatori, sobbarcatisi a macinare centinaia di chilometri.
Quest’anno
si è verificato anche il “gemellaggio” con la Mostra Nazionale del Diamante di
Gould, organizzata già da parecchi anni, dall’Associazione Franciacorta di
Travagliato (Brescia). La predetta
Associazione ha offerto in palio il Trofeo “Grand National Diamante di
Gould” riservato a quegli allevatori che
hanno ingabbiato nelle due Esposizioni ed assegnato in basa alla somma dei
punti. Potete visionare le classifiche cliccando.
Ma aldilà
dei successi numerici, dell’ottima organizzazione ed alla premiazione, arricchita con numerosi Premi speciali (clicca),
l’aspetto tecnico è quello che qualifica la Specialistica organizzata dal Club
del Diamante di Gould. La composizione di un collegio giudicante costituito da
membri particolarmente conoscitori del
nostro esotico australiano oltre un giudice belga, la presenza di tecnici ed allevatori qualificati,
consente agli espositori ed ai
visitatori di interloquire direttamente con loro (per visionare la classiica cliccare).
Inoltre
quest’anno la CTN-IEI ha deciso di tenere a Lanciano una delle periodiche riunioni. Alla fine il Presidente Dr.Francesco Faggiano ha intrattenuto i
numerosi espositori ed allevatori presenti, per illustrare i punti principali
sui quali si baserà lo standard del Lutino, che si spera sarà pronto entro la fine dell’anno. l'Italia sarà il primo paese a standardizzare questa nuova ed interessante mutazione, che, è molto probabile riserverà in futuro sempre nuove sorprese; questo
metterà la Foi in condizione di privilegio, quando si affronterà lo stesso
argomento in sede OMJ per la stesura dello standard internazionale.
Il Gould
affetto da questa mutazione si diversifica da quella Pastello, oltre che per
l’occhio rosso, anche per il colore del
dorso e del ventre che dovrà presentarsi decisamente giallo brillante, a
differenza della seconda che sul dorso conserva una soffusa presenza di verde.
Riguardo
alla mutazione “Verdemare” ha notato come fra i soggetti esposti non ci sia
uniformità di selezione; di conseguenza prima di pensare allo standard occorre
che gli allevatori si indirizzino verso soggetti ancestrali che presentino sul
dorso, in maniera quanto più uniforme, il colore dal quale prende il nome. Il ventre sarà di un giallo più brillante del Petto
bianco e la maschera di tonalità
ocra-giallastra diversa da quella del Blu testa chiara (Foto n.1). Ha invitato gli
allevatori a presentare alle mostre quanto più possibile questi soggetti, anche
se mediocri; infatti solo la presenza di un buon numero di soggetti costituisce la premessa per la stesura dello standard e, successivamente, dell’attribuzione
della categoria.
Infine sono state
portate sul tavolo alcune gabbie dove erano stati esposti dei Lutino dalle
caratteristiche particolari: uno con la maschera marrone, l’altro dove lo
stesso colore si presentava nel
filetto e nella gola (Foto n.2). Faggiano non ha ritenuto
opportuno avanzare ipotesi di carattere
genetico, precisando che si dovranno approfondire lo studio del fenomeno,
invitando l’allevatore di questi soggetti ad annotare scrupolosamente gli accoppiamenti ed i loro risultati, per
ripresentarli il prossimo anno.
La
presentazione di questi interessanti soggetti ha acceso la discussione; in
particolare sul Forum del Passero del Giappone, dal quale estrapolo alcuni
passi.
Sergio Lucarini
il 16/09/2015 ha scritto:
“L’altro giorno mi ha telefonato Emilio De
Flaviis reduce dal giudizio in quel di Travagliato. Tra i numerosi Diamanti di
Gould da lui giudicati ce n’era uno, un Lutino TN, dalla testa decisamente
marrone.
Per un buon quarto d’ora abbiamo ipotizzato su quale potesse essere la
causa di tale anomalo colore.
L’idea che ci siamo fatti è che in questo soggetto il gene mutato “ino” agisca
in una situazione genetica particolare in grado di favorire una maggiore melanizzazione
a livello della maschera. Diciamo una peculiare condizione in grado di produrre
un metabolita “antagonista” all’azione schiarente di “ino”.
Oggi, parlando di tale soggetto con Gianni Ficeti, sono stato da lui invitato a
visionare un articolo dell’allevatore cubano Juan Farrat tradotto da Eduardo
Corsini (leggibile sul suo sito
cliccando).
Poi “navigando” ho trovato una seconda nota, questa volta direttamente dalla
penna di Juan Farrat: che dire? Le teste dei soggetti del tecnico cubano sono
veramente impressionanti! (Foto n.3)
Fino ad oggi si è sempre pensato che la selezione
dei Gould Ino dovesse puntare verso una buona saturazione dei colori residui.
In particolare il beige della maschera dei TN lo abbiamo sempre cercato ben
marcato, però di fronte a tali soggetti è forse giusto fare una pausa di
riflessione. Il rischio è ovviamente, come sopra accennato, che a concorrere a
queste colorazioni possa essere un fattore aggiuntivo, e che quindi tali
soggetti siano potenzialmente, come si usa dire oggi, dei “doppi combinati”,
che siano cioè degli Ino una mutazione X ad oggi sconosciuta.
Che ne pensate? Tra l’altro, con Emilio ci siamo anche posti l’interrogativo su come tali
soggetti vadano valutati a livello espositivo. Certo, come sopra detto, fino ad
oggi abbiamo ritenuto che la selezione dovesse andare nella direzione di una
massima presenza di pigmento, in questo caso però ci troviamo presumibilmente
in una situazione che è fuori dai confini prevedibili per il fattore “ino”.
Cioè, per quanto spinta, la colorazione deve comunque rimanere entro i confini
fisiologici della mutazione in oggetto. Al momento, non potendo per loro
tracciare un profilo genetico diverso, è ovvio che tali animali vadano valutati
assieme agli altri Ino, penalizzandoli (purtroppo) a livello del colore. Dopo
di che le alternative sono due:
1) Si capisce che questa situazione cromatica è una normale evoluzione della
selezione, ed allora questi soggetti devono essere considerati dei campioni.
2) Si capisce che ad agire c’è anche un altro fattore, ed allora si definisce
uno schema standard per tale combinazione con, presumibilmente, una corsa verso
il massimo dello scurimento possibile in tale nuova situazione genetica.”
Ha
risposto il 18/9 Daniele Zanichelli:
“Ho visto i soggetti ingabbiati a
Travagliato ed effettivamente il colore della testa assomigliava ai soggetti
postati da Farrat, come si sia arrivati a questa tonalità sarebbe curioso
saperlo, ma aldilà di questo nell'insieme i soggetti non è che fossero una meraviglia, tanto più che con la
maschera così scura cambia anche il colore del dorso, ossia tende alla
mutazione bruno. A mio parere bisognerebbe dare un limite allo scurimento della
maschera per non uscire da quella bellissima e brillante dell'ino testa nera. Sarebbe
auspicabile avere le tre teste nera gialla e rossa sopra un corpo giallo
brillante uguale per tutte e tre……. o forse 4 se ripristineremo il testa
bianca!” (Foto n.4)
Lo stesso
giorno Luca Maglia:
“Perfettamente d'accordo con Daniele sul dorso dei lutino
testa nera. Testa si molto scura, ma il dorso anche e quindi meglio una testa
leggermente meno scura ma dorso giallo. Meno d’accordo sul testa bianca invece
perché si andrebbe a frenare la selezione vera e propria del lutino testa nera,
inserendo il pastello e "sporcando" il tutto.”
Risposta di Daniele
Zanichei il 20/09:
“Secondo la teoria (e non solo
teoria) di Emilio il testa bianca esce da petto bianco quindi non centra il
pastello, bisogna impegnarci un pochino e lavorare sul petto bianco per avere
delle certezze.”
Quest’anno si è parlato poco del testa bianca, ma se gli allevatori si
impegnano ad effettuare accoppiamenti mirati per testarli, nella prossima
edizione di Lanciano, ne ascolteremo delle belle, insieme al Lutino “testa
cioccolata”!!! 
Appuntamento quindi al prossimo anno 
Eduardo Corsini Foto Diego Matalone, tranne quelle dove diversamente specificato 30/10/2015
BEST IN SHOW

Ancestrale maschio testa nera p.93 - All. Diego Matalone
Foto 1° di serie - (solo foto disponibili) (clicca)