P R I M E E S P E R I E N Z E S U L P A D D A
Distribuzione ed Habitat
Il Padda
è una specie stanziale, il sua areale comprende principalmente le isole Indonesiane di Giava, Bali e Baween E’ stato inoltro introdotto, volontariamente o accidentalmente, in numerose parti
del mondo, come
ad esempio a Sumatra, Molucche, Filippine, Malesia, Singapore, Hong Kong, Indocina, Sri Lanka e a Banqkok. Inoltre alle Hawai (in particolare ne sussiste una popolazione
consistente sull'isola di Oahu), alle isole Figi; esistono anche piccole
popolazioni, sicuramente soggetti fuggiti dalla cattività, a Miami, oltre che a Porto Rico, in Giamaica, Zanzibar e nell'isola di Sant'Elena.
L'habitat di
questi uccelli è rappresentato dalle risaie, dai campi coltivati, dalle foreste umide di bambù ed in generale dalle aree erbose sul limitare di
foreste e boscaglie, con presenza di fonti d'acqua dolce permanenti. Si tratta
di uccelli che dimostrano di temere poco l'uomo, tanto da spingersi a
colonizzare anche le aree urbane, i giardini ed i cortili delle case. Sebbene
sia una specie tipica delle aree pianeggianti, la si può osservare fino ai 1500
mt. di quota.
Nei
paesi di origine è temuto dai contadini per la capacità di distruggere il
raccolto delle risaie e dei campi coltivati, tanto da indurli ad usare i lanciafiamme
sugli alberi dormitorio per eliminarli.
Il Cites
Questo
a spinto i paesi indonesiani a richiederne l’inclusione nell’Appendice II° del Cites.
Niente di più sbagliato, infatti la “protezione” sarebbe dovuto avvenire
nei paesi di origine e non in quelli dove ne era diffuso l’allevamento
amatoriale, che anzi scoraggiava l’importazione
di soggetti di cattura. Fino all’introduzione nel Cites il Padda era
molto diffuso in Europa occidentale, anche in Italia ed America. Specialmente
all’inizio gli adempimenti burocratici erano molto complessi: registro di
scarico e scarico, abolito nel 2010, anellamento, dichiarazione di nascita,
dichiarazione di cessione, obbligo di conservare gli anelli dei soggetti
deceduti. La conseguenza è stata che molti appassionati hanno rinunciato ad
allevarli.
Dopo
lunghe battaglie, non si è riusciti a farlo togliere dalle razze tutelate, ma
gli adempimenti che gravano sono stati molto semplificati, tanto che la
presenza dei Padda nelle mostre è notevolmente aumentata.
Oggi gli adempimenti sono limitati: al marcaggio
(anello Foi), dichiarazione di nascita entro 10 giorni, da inviare all’Ufficio
regionale Cites competente e da conservare;
il predetto ufficio non restituisce più la copia protocollata, conviene
pertanto inviarla con raccomandata AR. La dichiarazione di cessione non è più
obbligatoria, ma conviene rilasciarla e conservare.
Standard Foi del 2007 attualmente in vigore:
STRUTTURA: il Padda si presenta come un uccello grande e
robusto non somigliante a nessuno dei ploceidi, con una struttura
particolarmente imponente esaltata dal suo largo petto, dalla testa massiccia e
dal forte becco. Le linee nell’insieme sono morbide ed arrotondate con poco
stacco all’altezza del collo terminanti in una coda squadrata proporzionale al
corpo non eccessivamente allungata. Le zampe e le dita sono particolarmente
robuste ed imponenti. Rispetto ai maschi le femmine, nell’insieme, presentano
un aspetto leggermente più minuto.
DISEGNO: il disegno del Padda è assai caratteristico e tale
rimane in tutte le mutazioni presenti tranne nel bianco. La testa è
nell’ancestrale di colore nero con guance bianche. Queste macchia bianca
provoca la formazione di un collarino e del sottogola. Tali due disegni devono
presentarsi integri. Il petto stacca decisamente dal ventre con un cambio di
colore. Tutti i disegni devono essere netti e precisi e non devono mai essere
interrotti specialmente da macchie ipocromiche (?). Cerchio di colore rosso intorno agli occhi.
COLORE: il colore generale del padda, è composto da melanine
(eumelanina nera, eumelanina bruna e feomelanina) ed ovviamente le stesse
cambiano in percentuale a seconda dell’agire delle varie mutazioni.
Nell’ancestrale, nostro uccello di riferimento, il colore si deve presentare
sempre intenso ed uniforme in particolare nelle zone estese del dorso, del
petto, del ventre e della testa. Quest’ultima si presenta di un nero assai
profondo, mentre le guance, di converso, si presentano di un bianco puro. Il
dorso è grigio azzurrato e deve essere uniforme senza ombreggiature, ne tanto
meno macchie melaniche. Il petto è grigio mentre il ventre staccandosi
nettamente da quest’ultimo ha un forte riflesso violaceo dovuto anche ad una
forte carica feomelanica. Il colore del becco e del cerchio perioculare
nonostante l’apparenza non è dovuto ad un pigmento rosso bensì all’afflusso di
sangue tramite i capillari situati in queste zone. Quindi una scarsezza di
questa colorazione non è dovuta ad assenza di carotenoidi bensì a carenze di
salute o anche a situazioni di stress che l’uccello subisce. Le suddette zone
devono essere quindi fortemente colorate di rosso.
PIUMAGGIO: serico, liscio aderente e completo. Si deve
presentare di giusta lunghezza per non incorrere nei difetti di una
sovrabbondanza che provoca sbuffi nei fianchi e scremature nel dorso o carenza
che può provocare guance troppo poco coperte o righe nel petto.
PORTAMENTO: il Padda è uccello robusto e battagliero che tende a
disputare continui battibecchi con soggetti della propria specie. Nelle nostre
mostre non deve mai essere selvatico o agitato nella gabbia, e deve mostrare un
portamento in genere calmo e confidente. Il suo posizionamento è sempre di
circa 45 gradi.
CONDIZIONI
GENERALI: zampe e becco devono
presentarsi pulite e non scagliate, il piumaggio non deve essere sporco o
spezzato e non si devono notare difetti irreversibili.
PRINCIPALI
DIFETTI:
Struttura: taglia piccola, corpo esile e troppo allungato,
testa piccola o piatta e sproporzionata su un corpo grande, collo lungo, becco
piccolo o sottile o appuntito.
Disegno: irregolarità nei disegni caratteristici, stacco non
preciso tra petto e ventre, collare troppo esile, guance ridotte o con margine
non regolare, macchie sotto il becco nella gola, cerchio perioculare troppo
esile.
Colore: troppo slavato e non saturo in base alle mutazioni, macchie melaniche
nel dorso, schiarimenti di colore. Colore del petto non uniforme, colore delle
remiganti depigmentato. Mancanza uniformità tra colore della testa e della
coda.
Piumaggio: non aderente, non serico, piumaggio giovanile.
Portamento: nervoso e selvatico, sempre attaccato alle sbarre della gabbia, non
buona tenuta del posatoio, posizione abbassata sullo stesso.
Condizioni generali: penne spezzate, piumaggio sporco, becco e zampe con
scaglie, e anellino sporco. Becco ed anello perioculare slavati (aspetto
anemico).
Ancestrale (Fig.1) – E’ il Padda chiamato precedentemente “Grigio”, che
si presenta nel colore originale senza alcuna mutazione. Disegno e colori base
con calotta, gola e collare nero, guance bianche, petto grigio bluastro e
ventre violaceo. Il dorso, così come la remiganti è grigio azzurrato, mentre la
coda è nera.
La C.T.N.-I.E.I tornerà quanto prima alla più appropriata denominazione
di “Grigio”, che ricalca, nel colore e nel disegno, la forma “selvatica”. Viceversa
il termine ancestrale - usato in molte categorie di uccelli - ha un altro significato, come si evince dalla definizione
del sito “Una parola al giorno” “…propriamente, si riferisce a ciò che è proprio degli
antenati, e che da loro è stato trasmesso. Ma non riguarda eredità di breve
corso: il periodo di tempo che questa parola domina è estremamente lungo, tanto
da diventare sinonimo di primordiale”.
A sua volta il Vocabolario Treccani
recita: “ Che appartiene o si riferisce
agli antenati, trasmesso dagli antenati; avito, atavico……; in biologia, è usato
con riferimento alla serie degli antenati di un dato individuo e, in particolarmente,
alla presenza di caratteri, somatici o psichici, che si suppone fossero presenti
e più sviluppati nei remoti antenati (per es., il coccige, considerato un
residuo della coda, rappresenterebbe un carattere ancestrale)”.
Dettagli:
- il becco
è massiccio e di colore rosso corallo;
- il cerchio
perioculare dello stesso colore;
- le guance
sono bianche e ben definite; circondate dal nero della testa e da quello del collarino;
- il dorso è
di colore grigio/blu;
- le ali (soprattutto le remiganti primarie)
di un grigio più intenso;
- lo stesso
grigio/blu è presente sul petto;
- il groppone
è di colore bianco;
- la coda di colore nero.
Somiglianze: Con nessuna delle mutazioni, solo lievemente con il
pastello che presenta però colori meno intensi ed appastellati.
Genetica: Come ovvio è dominante.
Pastello (Fig.2) Aspetto generale simile all’Ancestrale ma diluito
per effetto della mutazione. Tutte le zone che nell’Ancestrale sono nere si
presentano grigio nerastro scuro. Dorso di una tonalità grigia più chiara
dell’ancestrale.
Somiglianze: Confondibile, in scarsità di luce, solo con
l’ancestrale però di questo assai più chiaro in tutti i colori caratteristici.
Genetica: Mutazione sessolegata recessiva. La selezione deve mirare all’ottimizzazione
della struttura, quindi taglia e forma. Il colore ed il disegno di base
dell’ancestrale deve essere più uniforme possibile.
Feomelanico (Fig.3) – Aspetto generale marrone chiaro, con calotta
ruggine scuro, petto e dorso beige chiaro.
Somiglianze: Con il topazio però la mancanza del residuo
eumelanico mostra le zone di colore marrone o ruggine senza la presenza del
grigio.
Genetica: Mutazione recessiva autosomica, allelica alla topazio.
Topazio (Fig.4) – Aspetto generale simile alla feomelanica ma con
riflessi grigiastri nel dorso dovuti alla presenza, pur se ridotta, di
eumelanina. La testa è marrone scuro ed il petto beige scuro velato di grigio.
Somiglianze:
Con il feomelanica, le differenze sostanziali sono dovute alla presenza della
eumelanina che andando ad inserirsi in tutte le zone che nel feomelanico sono
solo marroni le trasforma in marrone scuro grigiastro. Il dorso è beige
grigiastro, mentre nel feomelanico lo stesso è beige chiaro senza inquinamento
di grigio; in altre parole è una forma intermedia fra la Feomelanica ed Agata,
che presenta l’occhio rosso.
Genetica: Mutazione recessiva autosomica, allelica alla feomelanica
Opale (Fig.5) – Aspetto generale grigio azzurrato senza presenza di feomelanina,
quindi con totale assenza di tonalità marroni. La calotta è grigio azzurrato
scuro.
Anche le timoniere e la remiganti sono grigie.
Somiglianze: Diversa da tutte le altre mutazioni e quindi non
confondibile con nessuna.
Genetica: Mutazione recessiva autosomica.
Bianco (Fig.6) Tutti i disegni caratteristici sono completamente
annullati dalla mutazione, così come tutti i colori. La risultanza dà un
soggetto totalmente bianco senza alcuna infiltrazione melanica.
Somiglianze: Inconfondibile ed ovviamente non rassomigliante a
nessuna altra mutazione.
Trattasi di mutazione recessiva autosomica. Vedi anche
le opinioni di Lucarini e Faggiano riportate alla voce “Pezzati”.
Ino (Foto 7) Aspetto generale biancastro per l’effetto della mutazione Ino che
inibisce sia la feomelanina che la eumelanina nera lasciando solo un residuo di
eumelanina bruna. Nella testa e nella coda, dove tale residuo è maggiore, è
presente una colorazione marrone chiaro (beige). Gli occhi sono di un evidente
colore rosso.
Somiglianze: Con nessuna delle mutazioni esistenti
Anche in questo caso la nuova C.T.N.-I.E.I, interverrà
eliminando dallo standard questa categoria, in quanto non si tratterebbe di
mutazione, ma di combinazione fra mutazioni, probabilmente, ma non sicuramente,
fra feomelanica e opale. Il fenotipo necessità ancora di studi approfonditi
sulla sua genetica.
Mascherato (Foto 8) La notevole carica eumelanica presente nella testa e
nella coda di un Padda ancestrale fa si che, nonostante il fattore in oggetto
agisca in modo importante verso questo pigmento, tali distretti restino di una
tonalità nerastra ben contrastante su un colore di fondo beige grigiastro. Ben
visibili devono essere la bavetta ed il collarino, così come lo stacco di
colore tra il petto (leggermente grigio) e il ventre (leggermente bruno).
Somiglianze: Con il feomelanico ed il topazio: le differenze
sostanziali sono dovute ridotta presenza della feomelanina e alla maggiore
presenza della eumelanina che andando ad inserirsi in tutte le zone che nel feomelanico
sono solo marroni le trasforma in marrone grigiastro. Il dorso è beige
grigiastro, mentre nel feomelanico lo stesso è beige chiaro senza inquinamento
di grigio e nel topazio beige chiaro con solo un leggero velo grigiastro.
Genetica - Mutazione sessolegata recessiva.
Dopo accese discussioni oggi si è accertato che non si
tratta della mutazione mascherato, presente nel Diamante mandarino, bensì di
mutazione “Agata”
Queste sono dunque le varietà ad oggi
ufficializzate con relative denominazioni, una sequenza che al momento è
quella da prendere a riferimento sia da parte degli allevatori che dai giudici
nell’ambito delle manifestazioni ornitologiche, siano esse nazionali che
internazionali (lo schema italiano è stato adottato anche a livello C.O.M.).
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Mutazione non riconosciute o allo studio:
Eumo (Foto 9) Recentemente, alle mutazioni sopra elencate se ne è
aggiunta un’altra sulla quale, per ora, aleggia un discreto punto
interrogativo. Da quello che si è potuto capire si tratta di una mutazione
recessiva autosomica che ha il potere di ridurre la feomelanina. Fino a qui
nulla da eccepire, anche perché a tale fattore, dopo Agata, è stata poi
attribuita tale denominazione, che sembrerebbe appropriata.
Il problema è che, inseguendo una botta di tecnicismo
all’olandese, c’è chi sta accarezzando l’idea di rivederne ancora la
denominazione a favore di Topazio.
Pezzati (Foto 10) Da un intervento di S:Lucarini su un Forum: “Il fenomeno delle pezzature non è
inseribile nella normale genetica mendeliana, quella spiegata con i canonici
rapporti di dominanza/recessività scoperti da Mendel con gli incroci dei
piselli verdi, gialli, rugosi o lisci. A provocare le chiazze prive di
melanine, sono piccoli frammenti genici (trasposoni) che durante le complesse
fasi di duplicazione (mitosi) delle cellule epiteliali vanno ad interferire con
i geni codificanti. Se indichiamo con "b" il gene mutato responsabile
della nascita di un soggetto completamente bianco, in pratica quello autosomico
recessivo descritto sopra, possiamo indicare con "b " il suo
corrispettivo non mutato. Avremo quindi che un soggetto Bianco avrà la coppia genica b/b, mentre
uno non mutato avrà b /b .
Durante lo sviluppo embrionale di un soggetto non mutato le sue cellule
epiteliali erediteranno tutte la coppia genica b /b , quindi, quando questo
soggetto inizierà ad impiumarsi le sue penne saranno tutte normalmente
melanizzate. La stessa cosa accadrà se il soggetto in questione fosse un
portatore di bianco (b /b). Se pero nel genoma fossero presenti i piccoli
frammenti genici sopra detti, può succedere
che uno di questi vada ad interferire con il gene "b " spostandolo.
Quando questo succede, il gene perde la sua funzionalità, viene cioè annullato,
quindi quella specifica coppia da b /b diventerebbe 0/b e 0/b saranno tutte le
cellule figlie che da questa si formeranno. Da quel momento, partendo da quel
punto del mantello, con le successive suddivisioni cellulari, inizierà a
formarsi una macchia bianca. Se la prima trasposizione è precoce, la porzione
di tessuto epiteliale interessata dalla trasposizione sarà grande, se avviene
verso la fine dello sviluppo dell'embrione sarà invece piccola”.
Francesco Faggiano sul libro Mutatis Mutandi scrive a
proposito dei Pezzati: “…seguendo questa
logica è possibile anche arrivare all’ottenimento dei bianchi completi,
allorquando l’attivazione dei trasposoni avviene nella prima fase, e ancora
unica cellula, dello zigote, così che ogni discendente di questa abbia
acquisito l’incapacità di produrre melanina.”
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Eduardo Corsini 13/05/2016