Monday, March 27, 2023
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La patologia che descrivo di seguito, a detta del mio veterinario,

non è frequente; pertanto ho ritenuto mettere a conoscenza

degli altri allevatori la mia esperienza. Credo che ogni

appassionato del nostro hobby debba farlo per allargare a tutti

le proprie conoscenze.


 
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Foto n.1 - Pochi giorni prima del decesso

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Foto n.2 - Subito dopo il decesso

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Foto n.3  e 4 - Sul tavolo del veterinario, la preparazione per l'autopsia

 



INCONSUETA  PATOLOGIA  NEL  PADDA


  

   Nel 2015 ho acquistato una coppia novella di Padda, il maschio bianco la femmina pezzata. Dopo qualche giorno ho notato che la femmina presentava il gozzo leggermente prominente, apparentemente per la presenza di grasso. Preso l’esemplare in mano ho soffiato le piume del ventre, che si presentava perfettamente magro e bianco; anche il gozzo, tenendo l’animale in mano disteso sul dorso, non evidenziava presenza di grasso. Riponendo l’uccello in gabbia ho notato  nuovamente il lieve rigonfiamento;  ho pensato che si trattasse di un leggero prolasso, senza conseguenze per la salute, tenuto conto della sua vivacità e delle perfette condizioni.

   Ho deciso di mettere in riproduzione la coppia, la quale si è comportata egregiamente, svezzando in due covate nove sanissimi pulli. Quando ho separato la coppia, la femmina, pur non evidenziando alcun sintomo negativo, presentava il gozzo più prominente di prima.

   Durante il periodo di muta e di riposo il difetto si è ancora più accentuato, tanto che  dubitavo se utilizzarla per la riproduzione. Alla fine considerato che si era dimostrata un’ottima genitrice, che la prole era perfettamente sana ed in salute, ho deciso di riprovarla per la presente stagione cove.

   Quando ho collocato il nido ha iniziato da subito a frequentarlo sistemando in breve tempo il materiale per l’imbottitura; tutto filava liscio, ma passavano i giorni senza che deponesse mentre il gozzo si gonfiava sempre di più, divenendo……  “un sacchetto pendente”.

   All’improvviso ha iniziato a presentare segni di  sofferenza, stazionando sul fondo gabbia con la testa sotto l’ala e nel giro di tre giorni è deceduta.

   Dalla foto scattata qualche giorno prima e subito dopo la morte si vede come di presentava il gozzo (foto n.1 e 2).

   Ho prospettato il caso al mio veterinario Dott.Picci il quale mi ha chiesto di portarla nel suo laboratorio per un’autopsia.

Dall’esame visivo si è potuto evidenziare:

- il gozzo era stipato di semi indigeriti (foto n.8);

- le ovaie non mostravano ovuli maturi (foto n.7);

- sezionato il gozzo, era visibile una parte di diverso colore, che poteva indicare la presenza di cellule cancerogene (foto n.10);

   Picci ha prelavato un campione di questo tessuto per inviarlo al laboratorio per l’esame istologico.




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                                  Foto n.9 - Il gozzo svuotato del cibo residuo        Foto n.10- La parte più chiara potrebbe           Foto n.11 - Parte del tessuto da sottoporre

                                                                                                               indicare la presenza di cellule cangerogene                          ad esame istologico       

                                                                                                                                                                                                        


   Ha ipotizzato che l’eventuale presenza di una neoplasia poteva  essere la causa della stenosi, ovvero al contrario, la stenosi avrebbe potuto provocare la neoplasia.

   Non sono ancora in possesso del risultato del laboratorio, del quale a tempo debito vi informerò.

  Ho ricevuto comunicazione che non è stato possibile ottenere un risultato attendibile, per la cattiva conservazione del campione.




  Eduardo Corsini                                                                                                                                                                           7 dicembre 2016 



 
Le varie fasi dell'autopsia

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Foto n.5
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Foto n.6

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Foto n.7
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Foto n.8
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