Organizzata da Sergio Pacetti
dinamico Presidente del Raggruppamento Ornitologico della Calabria, domenica
19/3 u.s. a Lamezia Terme si è tenuta una Conferenza Dibattito sul Diamante di
Gould.
Nella sala dell’Agriturismo
“Masseria i Risi” si sono ritrovati
oltre un centinaio allevatori, oltre quelli calabri, anche quelli giunti
da altre regioni, i più numerosi dalla Campania.
Dopo il saluto e le presentazioni
di rito dei relatori da parte di Pacetti si è dato subito inizio ai lavori.
L’incontro si articolava in due
parti: la prima aveva per tema “Lo sviluppo dell’allevamento del Diamante di
Gould negli ultimi decenni e lo stato attuale” trattato dal sottoscritto, la
seconda “Le ultime mutazioni Lutino, Avorio, Diluito Ungherese” sulla quale ha
intrattenuto l’attento uditorio Emilio De Flaviis.
Ho esordito spiegando
perché ho scelto quel tema per il mio intervento. Ritiengo che conoscere il
progressivo sviluppo dell’allevamento del nostro estrildide dagli anni
settanta, quando era conosciuto solo da pochi appassionati, per giungere allo
sviluppo dei nostri giorni può riempire d’orgoglio coloro che hanno creduto in
questo estrildide e renderli consapevoli del potenziale di cui dispongono nei
loro aviari, pronto a riservare loro nel futuro sorprese e soddisfazioni anche con
l’apparizione di nuove mutazioni. Al riguardo ho sottolineato come per troppi
anni in Italia l’allevamento è stato concentrato su quelle relativamente poche
mutazioni conosciute e quando apparivano delle novità non si riconoscevano come
segnali di una nuova, perdendo l’occasione di fissarla. Compito del
Club di Specializzazione è proprio
diffondere le conoscenze tecniche sul Diamante di Gould ed assistere gli
allevatori.
Ho puntualizzato di volere
sintetizzare l'argomento per lasciare più tempo possibile all’intervento
successivo di Emilio De Flaviis, che illustrerà con la sua ben nota competenza
e professionalità le ultime mutazioni apparse.
Fino agli anni settanta gli
allevatori nella nostra penisola erano pochi e sparsi, tranne due contenute
concentrazioni nel Bresciano ed in Emilia-Romagna.
Nel Bresciano grazie ad una
mostra, organizzata dall’Associazione La Leonessa, dedicata esclusivamente al
Gould, che si teneva annualmente a Montichiari. A seguito di contrasti fra
l’associazione ed i soci gouldisti si giunse ad una scissione, dalla quale
nacque l’Associazione Franciacorta, che iniziò ad organizzare la mostra a
Travagliato, manifestazione che è cresciuta da allora ad oggi fino a sfiorare i
mille ingabbi.
In Emilia-Romagna l’impulso
all’allevamento del Diamante di Gould è stato merito del Club dell’Esotico con
Terenzo Forgani, che presiedeva anche il Gruppo di Specializzazione della Foi
(oggi C.T.N.). Forgani, appassionato allevatore di esotici e grande competente,
approfondì lo studio della genetica e delle mutazioni fino allora conosciute
del nostro esotico australiano, realizzando un’organica ed approfondita
pubblicazione a schede mobili, corredate da 32 foto, con l’intento di
costituire un utile punto di partenza per la stesura dello standard a livello
Foi. La linea seguita fu quella di basare le denominazioni delle mutazioni sul
fenotipo (come avveniva negli altri paesi), incontrando in questo la forte
opposizione di molti tecnici che propugnavano di basarla sulla loro genetica.
L’atteggiamento insistente del Club fu vissuto come una prevaricazione
all’interno della Federazione, le polemiche e le ripicche determinarono un
dannoso ritardo nella stesura dello standard, fino a quando Forgani diede le
dimissioni e fu nominata una nuova Commissione tecnica. Comunque va
riconosciuto il merito al Club ed al suo Presidente Forgani di avere dato un
notevole impulso all’allevamento del Diamante di Gould in Italia.
La nomina nel 1993 della nuova
C.T.N.-I.E.I, presieduta da Emilio De Flaviis, membri Fabio Braga, Umberto
Caimi, Sergio Lucarini ed Alessandro Paparella, servì a sbloccare la
situazione. Primo atto fu l’organizzazione il 6/6 dello stesso anno di una giornata di studio sul
Diamante di Gould, ospiti del Prof. Gianpaolo Cantore. Questo illustre medico,
grande amante del mondo animale, nella sua tenuta di Orbetello possedeva
mammiferi ed uccelli di varie specie, in particolare una collezione di tutte le
mutazioni conosciute allora del Diamante di Gould. Questo ha dato la possibilità
ai presenti di esaminarli dal vivo prima di dedicarsi alla stesura dello
standard. I partecipanti erano i componenti della CTN-IEI al completo, il
Collegio giudici I.E.I. con il Presidente Gino Cortese, Maria Cristina Toman e
Nicola Esposito, nonché alcuni qualificati allevatori. Il Club dell’Esotico non
accettò l’invito, ma intervennero a titolo personale alcuni soci dissidenti (nel pannello sx foto d'epoca del gruppo partecipanti).
L’incontro rappresentò il
punto di partenza per la stesura del primo standard Foi del Diamante di Gould, lavoro realizzato in modo molto dettagliato e preciso, ancora in vigore oggi, tranne qualche piccolo
ritocco. Occorre sottolineare che la nomenclatura adottata si basò sulla
genetica delle mutazioni e non in base al fenotipo, come propugnava il Club
dell’esotico. La scelta si mostro particolarmente felice, evitando confusione
ed equivoci; al riguardo basta ricordare che fino ad allora i Pastello venivano
chiamati, rispettivamente il singolo fattore verde diluito ed il doppio giallo.
Oggi con l’apparizione del Lutino la confusione sarebbe stata inevitabile.
La scelta italiana di basare
la denominazione sulla genetica suscitò interesse anche all’estero e quando la
C.O.M. – O.M.J. nel maggio del 2000 in Francia a Massy-Palaiseau riunì i
tecnici dei vari paesi aderenti, invitò l’Italia per dare il suo contributo
alla discussione. Parteciparono Riccardo Rigato, giudice internazionale e
genetista di grande preparazione e Maria Cristina Toman, giudice I.E.I molto
apprezzata e purtroppo prematuramente scomparsa. Era presente inoltre
Alessandro Paparella, in veste istituzionale in quanto Segretario O.M.J. pronto
a dare manforte alle proposte italiane.
La prima decisione da
prendere era il passaggio del Diamante di Gould alla categoria “Esotici
domestici”, che fu accolta all’unanimità.
La discussione si animò sulle denominazioni riguardanti le mutazioni, in
particolare sulla “Pastello”, peraltro la tesi italiana era basata su
argomentazioni scientifiche inoppugnabili, in quanto la genetica è una scienza
esatta come la matematica. Questo condusse alla fine ad accettare la nostra
linea, anche se con qualche piccolo compromesso.
Questo successo va a merito del nostro movimento ornitologico, che può
vantare tecnici di provata preparazione in campo genetico.
Come ho già detto fino agli anni settanta l’allevamento del nostro
estrildide nella penisola era scarso e diffuso a macchia di leopardo, con due
concentrazioni nel Bergamasco ed in Emilia-Romagna. L’azione del Club di
Specializzazione del Diamante di Gould ha avuto il merito di averlo diffuso
progressivamente in tutta Italia.
Fu fondato nel gennaio del 1999 su iniziativa
di Alessandro Paparella, Emilio De Flaviis ed altri allevatori di Gould. I
fondatori, oltre ai due già citati, furono: Elio Bestiaccia, Gino Cortese,
Alberto De Angelis, Luciano Di Biase, Elio Giudice, Antonio Grossi, Aldo
Leonardi, Sergio Lucarini, Agostino Montanari, Luigi Montini, Ivano Mortaruolo,
Mario Procida e Maria Cristina Toman.
Come per tutti i Clubs di specializzazione, lo scopo era quello di
diffondere le conoscenze per l’impostazione di un corretto allevamento, onde
migliorare i ceppi esistenti in grado di competere con successo nelle
importanti mostre nazionali ed internazionali.
La presenza nel sodalizio di preparatissimi tecnici, che gli altri paesi ci
invidiano, ed ottimi appassionati allevatori era la premessa per il suo
successo e l’importanza oggi raggiunta, di cui tutti i soci devono essere
orgogliosi, avendone ognuno partecipato con la propria parte con grande
passione.
La presenza con lo stand del Club nelle principali mostre, l’organizzazione di
Conferenze, la realizzazione di due Manualetti, di una costante comunicazione
attraverso internet sono stati gli strumenti vincenti, che hanno portato il
sodalizio all’attuale livello ed a molti soci di conseguire risultati di
rilievo nel Campionato Italiano ed in quello Mondiale.
Ritengo doveroso
ricordare come nei primi tempi la mancanza di un Sito è stata superata grazie
alla disponibilità di Alessandra Negrini, una giovane ed appassionata
allevatrice, che aveva realizzato il primo in italiano sul Diamante di Gould,
molto completo e preciso, ma soprattutto con un Forum dove si sono ritrovati
numerosi giovani che iniziavano ad interessarsi a questo esotico. Ciò ha
consentito fin dall’inizio di allargare la base sociale oltre i
“vecchi” soci.
Infine, ma non per ultimo, l’organizzazione delle mostre Specialistiche,
nei primi tempi itineranti, negli ultimi quattro anni a Lanciano, dove si sono
raggiunti in breve circa 1.400 ingabbi, merito dell’infaticabile e dinamico
Presidente Luciano Di Biase. Su questa linea di successo si deve continuare,
accentuando soprattutto l’aspetto tecnico della specialistica e intensificando
l’azione didattica a mezzo di Conferenze e tramite Internet.
Avviandomi alla conclusione dell'intervento ho sottolineato i
pericoli che, a mio parere, si affacciano sul cammino dell’allevamento del
Diamante di Gould, che indico nei seguenti punti:
- principalmente il prevalere sulla passione degli interessi economici;
- l’uso eccessivo e sconsiderato degli antibiotici, con conseguente
modifica degli agenti patogeni, che ne diventano insensibili (superbatteri);
pericolo ripetutamente segnalato dai veterinari nei numerosi articoli apparsi
sulla stampa specializzata;
- la conseguente perdita degli anticorpi naturali e scadimento dei ceppi che
alleviamo, sta portando alla disaffezione di molti allevatori, non bisogna
giocare con questo meraviglioso dono della Natura (il giocattolo potrebbe
presto rompersi);
- ricorso eccessivo alle balie, che frena la possibilità di formare ceppi
che allevino in purezza, il che potrebbe rendere il Gould competitivo con il
canarino; bisognerebbe ricorrere all’uso delle balie solo dopo avere testato se
la coppia non cova ed imbecca;
- la crisi che sta attraversando di recente il Club.
A questo proposito ho auspicato che i motivi, a mio parere banali ed
infondati, che hanno provocato malumori, ripicche ed iniziative inopportune,
vengano rapidamente chiariti, in quanto il loro perdurare finirà solo con il
nuocere al Club senza alcun vantaggio per i singoli soci.
Prima di passare la parola ad Emilio De Flaviis che tratterà il tema
delle nuove, recenti mutazioni apparse, ho voluto esprimere la mia personale
opinione che ne vengano riconosciute, sia a livello Club che Foi, in numero
limitato e ben distinguibili nel fenotipo, in modo da evitare confusione e strumentazioni a
danno degli allevatori più sprovveduti.
NOTA – La 2^ parte della Conferenza con l’argomento trattato da Emilio De Flaviis forma oggetto di altro
articolo (cliccare).
Eduardo Corsini Pubblicato 31 marzo 2017